Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018
• Politica estera USA | Nazionalismi e identitarismi | Diritti umani • MC R di applicazione da parte degli Usa: ci sono paesi che violano il diritto di libertà religiosa che, per ragioni di real politik , non ven- gono sanzionati. Io penso, però, che non si possa pretendere che i paesi privilegino la libertà religiosa in qualsiasi loro azione nei confronti di altri paesi. Privilegiarla sempre potrebbe an- che portare a delle reazioni che sul lungo periodo danneggereb- bero la libertà religiosa stessa. Se uno stato sta sempre col dito puntato sulla Cina, o altri paesi, dicendo: “Noi non facciamo nulla con voi fin quando voi non garan- tite il nostro stesso livello di tu- tela della libertà religiosa”, io credo che si possa bloccare un processo di dialogo. Bisogna guardare a questi temi nell’ottica di un processo e non di un singolo atto». Nel suo libro, lei lega questa azione degli Usa all’eccezionali- smo statunitense. «Gli Stati Uniti hanno una precisa autorappresentazione di se stessi: si vedono come un mo- dello di comportamento per gli altri paesi del mondo. Ed essendo un paese in cui la narrazione del valore della libertà religiosa è im- portante, un paese fondato da dissidenti religiosi, il dibattito in- terno sul tema ha sempre avuto una sua centralità. Gli Usa hanno vissuto un processo lungo e tra- vagliato per garantire la tutela della libertà religiosa interna- tata dal governo degli Usa la sua responsabilità. A Modi fu inter- detto l’ingresso negli Usa. San- zione su singolo individuo che fu revocata quando Modi fu eletto primo ministro dell’India». Ci sono dei risultati positivi di questa politica estera? «Gli esperti hanno una doppia va- lutazione: da una parte è vero che su singoli casi è stato possi- bile salvare delle persone, dall’al- tra però, come tendenza gene- rale, questa azione non ha garan- tito un abbassamento dei livelli di violazione del diritto alla libertà religiosa. Secondo me anche per- ché, rispetto al ‘98, viviamo in un mondo molto diverso, nel quale sono aumentate soprattutto le ostilità sociali rispetto alle mino- ranze religiose. Nel ‘98, ad esem- pio, non avevamo il dibattito che abbiamo oggi sui populismi e il ri- torno degli identitarismi nazio- nali. Quello che gli scienziati so- ciali misuravano nel ‘98 è molto diverso da quello che misuriamo oggi. Nel ‘98 la chiesa ortodossa russa non aveva il ruolo centrale nella costruzione dell’identità na- zionale che ha oggi in Russia. Nel ‘98 l’induismo indiano non era al governo e non premeva per la produzione di norme contrarie ai diritti delle altre minoranze reli- giose, e così via». La politica degli Usa sulla libertà religiosa nel mondo è stata imi- tata da vari paesi, tra cui l’Ue. In cosa si è distinta dagli Usa? mente. Poi hanno recuperato il tema anche in chiave di politica estera, dicendo: “Questo è per noi uno dei diritti fondamentali e pensiamo che anche altri paesi possano far assurgere questo di- ritto a elemento centrale delle loro politiche”. Per gli Usa la libertà religiosa non è un diritto tra molti, ma il fonda- mento di tutti gli altri, tanto è vero che F. D. Roosevelt, quando viene approvata la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel ‘48, identifica nella libertà re- ligiosa una delle quattro libertà fondamentali (libertà di espres- sione, di culto, libertà dal bisogno e dalla paura, ndr )». Quali sono gli strumenti che si sono dati gli Usa con la legge del ‘98 per tutelare la libertà re- ligiosa nel mondo? «L’Irfa è una legge molto com- plessa. Ci sono due tipologie di strumenti fondamentali: la prima è quella diplomatica classica, con tutta un’attività di comunicazione del Dipartimento di stato su altri paesi, affinché vengano garantiti alcuni diritti, e con le sanzioni vere e proprie, cioè il riconoscimento di status economici più o meno van- taggiosi. La seconda è quella delle sanzioni su singoli individui viola- tori del diritto di libertà religiosa. Un esempio è quello di Narendra Modi: ai tempi in cui era governa- tore dello stato indiano del Guja- rat, ci furono violenze contro la minoranza musulmana e fu accer- © Thomas Samson / Afp
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