Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018
La prima accoglienza In attesa di questo cambiamento, fortemente vo- luto dalla società civile italiana ed europea, il si- stema di accoglienza prevede due fasi: la prima attraverso il meccanismo degli hotspot, e la se- conda attraverso strutture dove le persone riman- gono il tempo necessario a vagliare la loro do- manda di asilo (protezione internazionale). Gli hotspot sono luoghi in cui le persone vengono trattenute appena sbarcate, in attesa di ricevere la loro richiesta d’asilo. Ce ne sono una decina distribuiti tra le isole greche e l’Italia, con situa- zioni diverse tra loro. In Grecia, infatti, in conse- guenza dell’accordo tra Ue e Turchia del marzo 2016, migliaia di persone, bambini compresi, sono trattenute per mesi in attesa di una risposta sul loro ricollocamento. La situazione è particolar- mente esplosiva sull’isola di Lesbo: nell’hotspot di Moria a dicembre 2017 erano presenti almeno 6mila persone, a fronte di una capienza di 2.500, molti in tende nonostante il freddo. Accade spesso che le persone migranti vengano addirittura ri- mandate in Turchia, considerato dall’Europa un «terzo stato sicuro» dove le persone non rischiano la vita. L’Europa però non prende in considera- zione le dure condizioni dei campi profughi turchi in cui vivono in milioni, soprattutto siriani. Gli hotspot italiani, invece, oggi funzionano meglio e le persone che ne hanno diritto - ovvero che 48 MC GENNAIO-FEBBRAIO2018 D «D opo la miseria, portano malattie», titolava il quotidiano Libero mercoledì 6 settem- bre 2017 sul caso di una bambina di 4 anni che a Trento aveva preso la malaria. E nel som- mario: «Immigrati affetti da morbi letali diffondono infezioni». In questo caso l’Ordine dei giornalisti è in- tervenuto per denunciare il «rischio di incitamento al- l’odio», ma la notizia in questi termini è girata per giorni, ampiamente trattata con toni allarmistici an- che nelle televisioni, mentre chi portava spiegazioni ragionevoli dell’accaduto non veniva preso in consi- derazione. «È stata una macroscopica falla nelle pro- cedure, un errore umano, ovvero un’iniezione sba- gliata con siringa già infetta da parte di un infer- miere», è stato infine accertato dalle indagini a inizio novembre, ma questa notizia ha trovato rilievo su ben poche testate nazionali. «M i hanno piantato un coltello nella mano, è stato un africano». Questo il grido di dolore di un control- lore delle Ferrovie milanesi di Trenord. Era il 19 luglio 2017: notizia sotto i riflettori ovunque, sciopero suc- cessivo indetto dai colleghi, indignazione collettiva. Infuria la caccia all’aggressore, ma il 28 luglio emerge, grazie alle telecamere della stazione, la sconvolgente verità: «Se l’è fatto da solo». Nessun africano crimi- nale! Denuncia dell’azienda e probabile licenzia- mento per il controllore. Nel frattempo però la notizia falsa, ma data per vera dalla maggior parte dei media e parecchio ghiotta per «sbattere il mostro in prima pagina», è girata, purtroppo, molto di più della smen- tita. I l caso in Veneto del matrimonio combinato tra una bambina di 9 anni e un adulto musulmano di 35 che avrebbe usato violenza su di lei: bufala apparsa come notizia vera il 21 novembre 2017, prima sul Messaggero , poi su altre testate nazionali e addirit- tura riportata nella nota rubrica «Buongiorno» de La Stampa, curata dal pur attento giornalista Mattia Fel- tri, nonostante la smentita da parte delle forze del- l’ordine fosse arrivata entro la sera stessa. Feltri la mattina successiva è dovuto correre ai ripari, perlo- meno sulla versione online, dato che il cartaceo era già in edicola. Un caso emblematico che ha strumentalizzato il pro- blema delle spose bambine, non molto comune in Ita- lia ma diffuso in altri paesi del mondo, allo scopo di alimentare l’islamofobia. D.B. FAKENEWS 2: MALARIAENOZZE Nigeria 17.891 Guinea 9.491 Costa d’Avorio 9.138 Bangladesh 8.919 Mali 6.932 Eritrea 6.309 Sudan 6.057 Tunisia 5.909 Senegal 5.871 Gambia 5.762 altre* 34.363 Totale 116.632 Nazionalità dichiarate al momento dello sbarco anno 2017 (aggiornato al 27/11/2017) * Il dato potrebbe ricomprendere immigrati per i quali sono ancora in corso le attività di identificazione (fonte: ministero dell’Interno).
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