Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018
GENNAIO-FEBBRAIO2018 MC 47 D «S olo il 5% dei richiedenti asilo in Italia è rifu- giato». «Si prendono 35 euro al giorno». Benvenuti nel mondo delle notizie false, propaganda o fake news anti-migranti: un mondo pericoloso dove le paure vengono amplificate e le persone portate alla diffidenza estrema sia da politici senza scrupoli che da quegli stessi mass media che dovrebbero invece portare più chiarezza. Smasche- rarle è un lavoro lungo ma necessario (in inglese si chiama debunking , mentre la verifica dei fatti narrati fact-checking ), anche se spesso le smentite, soprat- tutto nel mondo dei social network, non raggiun- gono nemmeno la metà della portata di un articolo falso sparato in prima pagina e condiviso da migliaia di utenti. In Italia, rispetto alla media dell’Europa, è alto il nu- mero degli «analfabeti funzionali», ovvero delle per- sone che leggono frasi ma ne travisano il significato. Ma il dato che spaventa di più, in questo caso tutta l’Europa, raccolto dalla Stanford University, riguarda l’incapacità della maggior parte degli adolescenti - con punte dell’80% - di riconoscere una notizia ten- denziosa o una pubblicità, nemmeno di fronte a prove evidenti, come il logo di un sito o di un pro- dotto. Il messaggio viene recepito come notizia vera e quindi assimilata. «La credibilità delle notizie è il tema centrale di que- sti anni», conferma Stefano Pasta, giornalista e membro dell’Associazione Carta di Roma che porta il nome del documento firmato nel 2008 da Ordine dei giornalisti e Fnsi, il sindacato di categoria, proprio per «rispettare la verità sostanziale dei fatti osser- vati». Se uno studente «non riesce a riconoscere la palese falsità di una notizia è un problema che le agenzie educative devono affrontare aumentando con urgenza il loro senso critico», osserva Pasta. L’as- sociazione Factcheckers , in questo senso, ha messo online gratuitamente un’efficace «Guida galattica per esploratori di notizie» ( factcheckers.it/guida ) . «L’altro fenomeno preoccupante da arginare e poi scardinare è la diffusione delle post-verità», riprende il referente di Carta di Roma. «Di fronte a una suppo- sta notizia che ci sconvolge, facciamo prevalere il no- stro stato emozionale sulla realtà dei fatti: i nostri sen- timenti rendono vero quello che non lo è e la nostra interpretazione del mondo è falsata. È successo così, per esempio, con il tema delle allusioni alla collabora- zione tra Ong in mare e trafficanti: nessun fatto con- creto, ma notizie a cui molti hanno creduto perché spinti da sentimenti di paura e rifiuto, stimolati e orientati da persone abili a manipolare le coscienze». Come bloccare l’insinuarsi della post-verità? «Osser- vare a fondo la realtà, trovare fonti diverse che con- fermino o meno una notizia che ci salta all’occhio», continua Pasta. «E allargare i propri orizzonti: quanti di noi sanno, per esempio, che meno del 10 per cento dei profughi nel mondo viene verso l‘Europa?». Infatti i dati Onu parlano chiaro: tra i paesi che ne ospitano di più al mondo ci sono Turchia, Giordania, Libano, Co- lombia e due stati della stessa Africa, Kenya e Rwanda. A conti fatti, fake news e post-verità sono due facce della stessa medaglia e vanno affrontate assieme, ri- battendo punto su punto. Solo il 5% dei richiedenti asilo in Italia è rifugiato? No, «rifugiato» è una delle tre forme legislative previste, le altre due sono «pro- tezione sussidiaria» e «protezione umanitaria». La somma (su dati ministeriali) fa almeno 40% in prima udienza, 60% dopo l’appello, ovvero la quota di acco- glienza delle domande di asilo è in media positiva in sei casi su dieci. «Si prendono 35 euro al giorno». No: 35 euro li prende l’ente gestore, al richiedente asilo ne vanno 2,50 al giorno, quindi circa 75 al mese. D.B. FAKENEWS1: 35EUROALGIORNO punta, spesso indebitandosi. Quando il ragazzo ar- riverà alla meta, potrà iniziare a inviare denaro. Ma non è solo in Libia il pericolo: ogni passaggio è rischioso, perché trafficanti e criminali comuni stabiliscono rotte ben precise e se non hai i soldi per percorrerle vieni lasciato indietro. Nel de- serto del Sahara questo significa morte certa di stenti o a mano armata. Se superi deserto, Libia e mare, alla fine l’Europa la trovi. In Italia, le maggiori nazionalità di arrivo nel 2017 sono state: Nigeria, Guinea Conakry, Costa d’Avo- rio, Bangladesh, Mali ed Eritrea (vedi tabella). Il Regolamento di Dublino Per il Regolamento di Dublino, in atto nell’Unione europea dal 1990 con una serie di modifiche suc- cessive non sostanziali, il primo paese d’approdo in Europa è quello in cui una persona deve chie- dere asilo politico. Molti però non vogliono, per- ché hanno parenti o conoscenti altrove, e provano a passare illegalmente le frontiere di terra, per esempio tra Italia e Francia, Svizzera e Austria. Il risultato sono altre morti, come le cronache locali purtroppo riportano tra Ventimiglia, Como e Brennero. A metà novembre 2017, dopo anni di lavori, final- mente il Parlamento europeo ha varato una ri- forma del Regolamento che supera il blocco del primo paese d’approdo, prevedendo l’invio della persona dal centro di prima accoglienza in na- zioni diverse attraverso il sistema delle quote: ma tale riforma va approvata anche dal Consi- glio europeo, composto dai capi di stato e di go- verno dei singoli membri Ue, che oggi su questo argomento ha posizioni molto rigide di avver- sione. I più contrari sono soprattutto i paesi dell’Est Europa, appartenenti al cosiddetto «Gruppo di Visegrad». MEDITERRANEO
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