Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018

D a dove vengono e dove vanno le persone che migrano verso l’Europa? C’è la rotta libica, quella su cui ci concentriamo qui, ma non dimentichiamoci della rotta bal- canica, diretta in particolare verso il Nord Eu- ropa, con passaggi anche a Est dell’Italia, vedi Trieste e Gorizia: migliaia di persone, bambini compresi, che puntano all’asilo politico venendo da nazioni come Siria, Afghanistan, Pakistan e Iraq e che oggi sono in gran parte bloccati in campi di accoglienza sulle isole o sulla terraferma greca o, in condizioni peggiori, ai confini dell’Est Europa. Una delle ultime vittime, lo scorso 23 no- vembre 2017, una bambina afgana di 6 anni inve- stita da un treno merci al confine tra Croazia e Serbia: era stata appena respinta dalla polizia croata assieme alla propria famiglia. La Libia è un collo di bottiglia Per quanto riguarda la rotta libica, stiamo par- lando di quello che viene spesso paragonato a un «collo di bottiglia», ovvero un luogo in cui le per- sone vengono assembrate dai trafficanti prima della partenza obbligata verso l’Europa. Molti, provenienti dall’Africa Subsahariana, non pun- tano al vecchio Continente, ma piuttosto alla Libia stessa come luogo di lavoro. Una volta giunti in Li- bia, però, si rendono conto che la scelta è sba- gliata, anche per le atroci violazioni dei diritti umani che finiscono per subire e, non essendoci una rotta di ritorno, l’unica via d’uscita è la tra- versata del Mediterraneo. Verso la Libia conver- gono rotte migratorie sia dal Corno d’Africa (dall’Eritrea in particolare, dove c’è una decen- nale dittatura, ma anche dalla Somalia dove ter- rorismo e violenze sono pericoli quotidiani), sia da paesi in guerra come il Sud Sudan o il Congo, sia da altri paesi alle prese con diverse forme di ter- rorismo (si veda Boko Haram in alcune zone della Nigeria o gruppi jihadisti in Mali), persecuzioni governative o anche situazioni di dissesto clima- tico e povertà diffusa. Tutti motivi che spingono migliaia di persone, soprattutto giovani, a partire: i figli maggiori sono quelli su cui una famiglia 46 MC GENNAIO-FEBBRAIO2018 D Vengono via da regimi oppressivi, da zone di conflitto, dai gruppi jihadisti. O anche «solo» da una condizione di povertà e di assenza di prospettive. L’Unione europea fatica a prendersi carico della loro sorte. L’Italia affronta la situazione nel tentativo di uscire dalla condizione di emergenza. Da dove e perché. E come li accogliamo L’UE E L’ITALIA DI FRONTE A UN ESODO INARRESTABILE

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