Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018

quindi, può risultare difficile capire ed accettare che una piccola popo- lazione come quella di Taiwan 5 possa non desiderare di far parte della grande famiglia, specie in un momento come quello attuale, nel quale la Cina è diventata una grande potenza, rispettata dal mondo intero. No all’indipendenza Si può pertanto capire come la pre- tesa ideologica di avere una Cina unificata, comprendente la parte continentale e l’isola, sia ancora saldissima a Pechino (mentre è passata del tutto in secondo piano a Taiwan). L’unificazione di tutte le popolazioni parlanti i vari dialetti cinesi e la completezza territoriale vengono viste come il passo finale del recupero di dignità nazio- nale, dopo i tristi eventi del passato che avevano fatto temente qualunque richiesta de- mocratica, negli ultimi decenni hanno anche garantito un pro- gresso economico impressionante. Se a tutt’oggi la Cina è ancora ca- ratterizzata da un regime totalita- rio, Taiwan si è incamminata su un positivo percorso di democratizza- zione che ne ha ormai fatto un esempio per tutto il mondo. Le ele- zioni si svolgono regolarmente e hanno garantito una salutare alter- nanza dei partiti al potere. Grande famiglia La Cina vanta una civiltà antichis- sima e prestigiosa, che ha espor- tato filosofia e scrittura (in una pa- rola sola: «cultura») in tutto l’e- stremo oriente. Come tale si ri- tiene un po’ «l’ombelico del mondo», almeno di quello dell’A- sia dell’Est. Per i suoi governanti e anche per i normali cittadini, TAIWAN © li

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