Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018
TAIWAN 26 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2018 mase al potere fino al 1975, anno della sua morte. A tutt’oggi non è mai stata firmata ufficialmente una tregua tra i due contendenti, né tanto meno la pace. Un governo autoritario e anticomunista Nel 1945, la gran parte della popo- lazione taiwanese parlava corren- temente il giapponese 2 . Nell’otto- bre di quell’anno, dopo la resa dei Giapponesi, il territorio dell’isola fu affidato dall’Unrra ( United Nations Relief and Rehabilitation Admini- stration ) al governo della «Repub- blica di Cina» che era in lotta con la «Repubblica popolare» che aveva la propria capitale a Pechino. Fu inevitabile qualche problema co- municativo, dato che a Taiwan il giapponese era stato per decenni la lingua ufficiale, mentre la popo- lazione parlava dialetti hoklo , hakka o idiomi aborigeni. Da parte loro, i nuovi occupanti, arrivati dal continente, parlavano prevalente- mente dialetti di Pechino e di Shanghai. Dopo il «massacro 228» 3 del febbraio ‘47, il cinese mandarino divenne la lingua uffi- ciale dell’amministrazione statale e l’unica impiegata nell’insegna- mento, mentre l’uso pubblico di al- tre lingue fu pesantemente sanzio- nato. La politica fortemente anticomuni- sta di Chiang Kai-shek gli procurò per molti anni l’appoggio politico incondizionato e gli aiuti economici degli Stati Uniti e di tutte le po- tenze occidentali, che vedevano in lui il governo legittimo di tutta la Cina. Solo nel 1979 gli Usa instau- rarono relazioni diplomatiche con la Repubblica popolare. Nel frat- tempo (1971) Taiwan aveva perso il proprio seggio all’Onu e nel Con- siglio di sicurezza, seggi che ven- nero ambedue trasferiti al governo di Pechino. Per quasi quarant’anni Taiwan fu governata in modo autoritario da leader tutti nati sul continente, in una realtà sociopolitica piuttosto differente da quella isolana. Ogni Qui : mappa dell’isola di Taiwan. Sotto : Il mausoleo di Chiang Kai-shek a Taipei. # © Mirco Elena © Treccani.it
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