Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2018
GENNAIO-FEBBRAIO 2018 MC 13 problemi, ma dobbiamo conside- rare che la creazione di lavoro sta diminuendo a causa della tecno- logia. Abbiamo pensato di mini- mizzare il rischio assistendo la persona che vuole intraprendere questo percorso. Per questo mo- tivo selezioniamo gli agenti, li for- miamo per tre giorni, e poi diamo loro un chiosco in gestione e li supportiamo in modo continua- tivo. Per il chiosco l’agente paga un forfait iniziale di 40 dollari se uomo, 20 se donna e 10 se porta- tore di handicap. Dopo di che solo un affitto di 1,50 dollari al mese. Inoltre forniamo loro delle uniformi e un’applicazione per il loro cellulare. È un partenariato tra Ared e la persona che lavora al chiosco. L’operatore riesce a guadagnarsi la vita grazie a questo lavoro. È un modello di business che faci- lita l’ingresso in impresa a per- sone che non hanno i fondi per iniziare un’attività propria. Si fetti è su questo aspetto che l’A- red fa i suoi introiti e rende soste- nibile e redditizia l’operazione, mentre gli agenti che gestiscono i chioschi guadagnano sulle ricari- che e sulla fornitura dei servizi. La nostra idea, inoltre, è non far pa- gare il consumatore per l’accesso all’informazione, ma far pagare le compagnie che vogliono diffon- dere quell’informazione». A que- sto punto un dubbio può venire sulla pluralità e neutralità dei contenuti diffusi: di fatto qual- cuno paga per diffonderli, sa- ranno in qualche modo promo- zionali o comunque con un certo orientamento. Soluzione: microimpresa Oltre ai prodotti «servizi», «infor- mazioni» e «internet», il chiosco genera il prodotto «lavoro». «Crediamo nella micro imprendi- toria che pensiamo sia il futuro, e i nostri agenti di chiosco sono dei microimprenditori. È chiaro che la microimpresa non risolverà tutti i MC A tratta di un franchising . Qualcuno mi ha detto di esser riuscito a mandare i figli a scuola grazie a questo lavoro. Qualcun altro è riuscito a sposarsi». Un’esperienza interessante Ared la fa con la Croce Rossa nei campi profughi dei burundesi, rifugiati in Rwanda a causa della crisi nel loro paese. «Ci hanno trovati su internet, avevano bisogno di una soluzione far caricare i telefoni nei campi. Così abbiamo iniziato un partenariato e offerto tutti i nostri servizi. Abbiamo scoperto che nei campi profughi c’è un’al- tissima densità di telefoni cellu- lari». Il capitale umano Chiediamo a Henri come scelgono le persone alle quali affidare i chioschi. «Abbiamo fatto espe- rienza sulla selezione degli agenti. Intanto prediligiamo le donne e le persone con handicap. Poi de- vono avere dai 25 anni in su, sa- pere leggere e scrivere e passare
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