Missioni Consolata - Dicembre 2017
78 amico DICEMBRE2017 Progetto Congo RD B ellissimo ragazzi! Siete fantastici. Ancora una volta riuscite a sconvolgermi. La vostra solidarietà sta rendendo possibile una piccola rivoluzione… quella dell’amore. Grazie mille, amici di amico . Ora non riesco più a vivere la missione come prima: sono loro, i bambini pigmei, a condurmi senza fiato, pieni di entusiasmo, verso l’orizzonte imprevedibile dello Spirito. Ogni mattina sono lì, a volte prima della Messa, con uno sguardo vivace e irrequieto e il cuore as- setato di affetto e di emozioni. Songama, Boni- face, Paape, Likosi, Imbai, Nambeu, Pesoa… al- meno una decina di bambini pigmei provenienti dagli accampamenti vicini alla nostra casa scru- tano il mio sguardo cercando di capire cosa fa- remo oggi. Il loro cuore affamato di nuove esperienze mi spinge a creare, inventare giochi, attività, disegni, canzoni, modi nuovi di aprire la finestra della fan- tasia e dell’educazione: un bersaglio per imparare i numeri con l’aiuto dell’arco e delle frecce, car- toni per colorare e ritagliare le vocali in mezzo alle stelle o tra gli animali della foresta, l’altalena oppure un filo di lana, qualche sasso oppure fiori… Tutto serve! Tutto diventa scusa per impa- rare giocando. Sono questi bimbi, missionari della gioia, gli am- basciatori che spalancano le porte di ogni accam- pamento alla scuola itinerante. Bambini, giovani, adulti, anziani. Pigmei e bantu partecipano incuriositi e divertiti alla scuola itine- rante che, senza grandi pretese, riesce a illumi- nare di una luce nuova gli accampamenti. «Quando ritornate?», chiedono i bambini. «Quando venite alla nostra scuola?», chiedono i bambini bantu? «Perché non fate qualche cosa di specifico per noi?», domandano gli adulti. © Andrés García Fernández La gioia dei bambini diventa missionaria e spinge ragazzi e ragazze di secondaria a improvvisarsi in- segnanti, specialisti dell’immaginazione e della pedagogia dell’amore. Dopo qualche mese di scuola itinerante, sono già sette i giovani volontari e due tra di loro sono pig- mei. Tra loro s’intrecciano nuove relazioni, più de- gne, più fraterne, in cui tutto e tutti contano e hanno qualche cosa da dire e da fare per far fun- zionare la scuola. Fino a dove? Fino a quando? Quali saranno i frutti? Poniamo domande allo Spirito e, per adesso, ci sembra di capire che ciò che conta è amare e che, camminando, la strada si aprirà. Quali mezzi? Piccoli quaderni di calligrafia ideati e stampati da noi, vecchie scatole e alcune forbici, matite a cera, lavagnette e gesso, fili di lana, aghi, un piccolo veicolo per trasportare i bambini e la scuola, occhi aperti e cuore appassionato per ve- dere e abbracciare la ricchezza della loro diversità e farla diventare utile, indispensabile, per questo dinamismo educativo che vuole soprattutto risve- gliare in loro la dignità di figli di Dio. Svegliare anima e coscienza dei pigmei della nostra parroc- chia, perché possano ridiventare protagonisti, con tutti, della nuova umanità voluta da Gesù. Grazie di cuore. Un abbraccio a tutti e arrivederci in missione. di Andrés García Fernández Scuola itinerante: grazie Padre Andres, promotore del progetto «Amico, scuola itinerante Ba- yenga» sostenuto dai no- stri lettori nei mesi scorsi, ci scrive per raccontare i primi «magnifici» frutti della «scuola che va dai pigmei». © Andrés García Fernández
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