Missioni Consolata - Dicembre 2017

A RABI E B ERBERI L a Tunisia è uno degli stati del Maghreb, insieme a Marocco, Algeria e Libia, e ha un’estesa superficie (40%) occupata dal Sahara. La mag- gioranza dell’odierna popolazione tunisina - circa 12 milioni di per- sone - parla una variante dialettale dell’arabo, con influenze berbere e francesi. Esistono anche etnie berbere arabizzate, soprattutto nel Sud. Altre lingue parlate sono il francese, dialetti berberi e l’italiano. I tunisini residenti all’estero sono circa 1 milione, la maggior parte dei quali in Europa, principalmente in Francia e in Italia. Oltre il 90% della po- polazione è di religione musulmana, con una minoranza di cristiani ed ebrei. I primi, storici, abitanti furono qabilas (tribù) berbere. Nell’814 a.C. i Fe- nici fondarono Cartagine. Nel VII secolo d.C., quando iniziò la penetra- zione araba e dell’Islam, l’area era territorio bizantino, e la popola- zione locale berbera oppose parecchia resistenza ai nuovi invasori, po- nendo molti ostacoli alla conversione: furono necessarie ben sei spedi- zioni (647, 661, 670, 688, 695 e 698-702). Con il passaggio dei Berberi all’islam, questa provincia divenne l’ Ifriqiya . È interessante notare il fatto che i Berberi adottarono l’ideologia religiosa islamica kharijta , quella, cioè, dei primi ribelli anti sistema dell’islam. Le popolazioni berbere e la loro fede kharijita costituirono una costante spina nel fianco di tutti gli invasori, dagli Arabi fino agli Ottomani, organizzando rivolte periodiche contro governi imposti dall’esterno. Nel 1881 la Tunisia divenne un protettorato francese, ma sotto l’autorità formale di un Bey (signore delle tribù). L’Italia aveva una folta colonia di contadini, soprattutto siciliani, e la Francia, accapparrandosi il dominio su quella regione del Nordafrica, impedì eventuali pretese italiane. Nel 1956 ottenne l’indipendenza. A.La. DICEMBRE2017 MC 61 MC A Mohammad Brahmi, leader del Movimento del popolo. Al fune- rale decine di migliaia di persone chiedono le dimissioni del go- verno. Entrambi gli uomini erano membri della coalizione di sini- stra, all’opposizione presso l’As- semblea Nazionale, che chiede le dimissioni dell’esecutivo e nuove elezioni. Ma bisognerà aspettare fino alla fine del 2014. Le elezioni presidenziali del 23 novembre e 21 dicembre 2014, segnano la vittoria di Beji Caid Es- sebsi, del partito Nida’a Tounes, che ottiene il 37,56% dei voti, mentre Ennahda retrocede al 27,79%. Il 2015 e il 2016 sono contrasse- gnati da attacchi terroristici 2 che lasciano il paese sconvolto e de- privato di un’importante fonte economica: il turismo. La resistenza della casta I giovani che abbiamo incontrato a Tunisi, a luglio del 2017, ci hanno parlato del desiderio di cambiamento profondo, di parte- cipazione attiva alle sorti del paese, ma anche di un sistema di corruzione politica radicata, no- nostante la fine del regime: la vecchia casta e le sue tante rami- ficazioni non è stata spazzata via, ma ha continuato ad occupare i posti che contano e, soprattutto, a bloccare una vera riforma dello stato. Quindi, dal punto di vista politico, anche in Tunisia, la «pri- mavera» è sfiorita subito, ed è tor- nata inverno, a causa di instabilità, crisi, vecchia classe dirigente an- cora al potere, attentati, disoccu- pazione e frustrazione dei giovani, delusione e mancanza di prospet- tive, che porta molti, ancora, a emigrare verso l’Europa. Abbiamo incontrato due attivisti che sono stati tra i testimoni di- retti della «Rivoluzione dei Gelso- mini»: Kais Zriba, giornalista tuni- sino, che lavora per Inkyfada 3 , un noto sito giornalistico di approfon- dimento, e la sua compagna, De- bora Del Pistoia, operatrice di Am- nesty International in Tunisia, e laureata in relazioni internazionali. «La Primavera tunisina - ci hanno spiegato - si è articolata attraverso due processi paralleli: quello rivo- luzionario e quello contro rivolu- zionario. È in atto un dibattito so- ciale molto intenso e una negozia- zione tra forze contrarie». «Qual è l’identità tunisina? - hanno raccontato Kais e Debora - Africana? Mediterranea? Fran- cese? La questione identitaria reli- giosa è stata strumentalizzata a li- vello politico - c’è una forte isla- mofobia, soprattutto tra le classi alto-borghesi - che fa perdere di vista le questioni principali». Angela Lano (quinta puntata - continua) © McKay Savage N OTE (1) Angela Lano, E dopo la primavera arrivò l’inverno , dossier MC, gennaio- febbraio 2013. (2) I principali attacchi terroristici ri- salgono al 26 giugno 2015, 4 novem- bre 2015 e 11 maggio 2016. La princi- pale minaccia terroristica in Tunisia è rappresentata da al-Qa'ida nel Magh- reb Islamico (Aqmi) e da estremisti li- bici con collegamenti al Daesh. La Tu- nisia ha un confine «aperto» con la Li- bia, dove permane una situazione in- stabile, dovuta a una forte presenza di bande armate e gruppi terroristici. Le forze di sicurezza tunisine sono ri- petutamente oggetto di attacchi da parte dei terroristi, soprattutto nelle zone di confine. (3) Sito: http://inkyfada.com .

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