Missioni Consolata - Dicembre 2017

dersi nella vita di chi lo riceve. La preghiera non è mai un fatto individuale, perché apre a prospettive nuove: invita ad andare sempre «oltre», ad altri villaggi, ad altri bisogni, ad altre in- carnazioni, ad altri rischi di novità. Allarga l’oriz- zonte della vita ristretta per adeguarlo all’immen- sità della visione di Dio. Ecco perché bisogna impa- rare a pregare non solo per se stessi, ma per gli al- tri, per l’ ekklesìa dentro la quale stanno anche i no- stri bisogni e le nostre necessità, se è vero che Dio si prende cura degli uccelli e dei gigli del campo (cf Mt 6,26-30). Se gli altri pregano per me, la loro pre- ghiera è più grande e più forte perché sono in tanti a pregare per me e perché è preghiera disinteres- sata, preghiera gratuita. Imparare a pregare signi- fica imparare a essere semplicemente se stessi nella consapevolezza di essere figli amati e stimati di Dio. Lo viviamo ogni domenica, alla fine dell’Eucaristia, ma è un fatto talmente abituale che non vi fac- ciamo più caso. Al termine della celebrazione euca- ristica che è la preghiera per eccellenza, perché to- talmente cristologica, dovremmo avere consapevo- lezza che sia finita non la Messa, ma solo l’aspetto rituale di essa: nello stesso istante, infatti, in cui si dice «La Messa è finita», realmente, dovremmo in- tendere che «inizia l’Eucaristia del ministero della testimonianza», cioè si entra nella dinamica della vita ordinaria che è l’altare sul quale celebriamo la lode, il pane e il vino delle nostre scelte, azioni e parole. Finisce la Messa del rito e inizia l’Eucaristia della vita nella liturgia della testimonianza che è il martirio quotidiano non subìto passivamente, ma donato come dono d’amore al Dio che ci ama tanto da avere donato a noi il suo Figlio Gesù (cf Sal 54/53,8; 116/115,17; Ger 17,26; Eb 13,15; Gv 3,16). Paolo Farinella, prete [10 fine 1 a parte; continua 2 a parte]. AVVISO AI LETTORI A tutti i Lettori e le Lettrici di MC, a ciascuno e a cia- scuna in particolare, in modo personale e affet- tuoso non invio auguri natalizi che ormai sono una prassi pagana e una formalità spesso forzata, da- vanti a un presepe che non è più lo scandalo di un Dio che rimpicciolisce per fare spazio a noi (San Francesco), ma una favola innocua da ninna nanna e zampogne. A tutti invece auguro di perdere così tanto la propria vita da lasciarsi trovare da un Dio talmente pazzo e pazzesco che non riesce a vivere senza lui/lei. Vi auguro di perdervi per amore. In un primo tempo, per mille motivi personali, avevo pensato di chiudere la mia collaborazione con MC con questa puntata. Ora però, giunto a questo punto, mi sembrerebbe di tradire i lettori, dal momento che resterebbe in sospeso la rifles- sione sulla preghiera: manca la seconda parte. Ricevo spesso sia privatamente che attraverso la ri- vista, echi di plauso o di osservazioni che aumen- tano in me la responsabilità di questa collabora- zione che considero e vivo come un ministero. Ho pensato, pertanto, di dedicare il prossimo anno 2018 non a riflessioni sulla preghiera, ma a esercizi di preghiera con la Parola di Dio, attingendo alla Grande Tradizione, sia giudaica che patristica, per- ché siamo sempre discepoli, scolari, alunni dell’u- nico Maestro e Signore Gesù. Imparare a pregare è l’obiettivo della vita del credente che vive del desi- derio dei Greci: «Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,21). Questa parte sarà pubblicata in un volume. A tutti e a tutte con affetto. Paolo Farinella, prete 34 MC DICEMBRE2017 Insegnaci a pregare © Gigi Anataloni

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