Missioni Consolata - Dicembre 2017

DICEMBRE2017 MC 29 vendosi anche della matematica e dell’astronomia, la complicatis- sima ragnatela di influenze posi- tive e negative delle varie divinità per stabilire i giorni fausti o nefa- sti per ogni azione umana, dalla guerra al matrimonio, alla se- mina, all’incoronazione di un re. I sacerdoti organizzavano e con- ducevano le cerimonie, prece- dute da lunghi periodi di purifica- zione mediante digiuno e asti- nenza sessuale. L’aspetto più im- portante dei riti religiosi, che pre- vedevano anche danze, banchetti e feste pubbliche, erano le of- ferte e i sacrifici agli dei, per otte- nerne la benevolenza. Venivano offerti oggetti di valore e sacrifi- cati animali e, per nutrire e sa- ziare soprattutto gli dei della guerra, esseri umani. In cima alle piramidi destinate ai sacrifici umani era collocata una scultura di pietra, il chacmool , sul quale alle vittime veniva estratto il cuore ancora pulsante e offerto agli dei. I sacrifici umani erano un’antichissima tradizione me- soamericana, ma aumentarono quando i Maya furono conquistati e dominati dalle popolazioni del Nord, i Toltechi, che introdussero il culto del serpente piumato, Quetzalcoatl, che in lingua maya fu chiamato Kukulkan. Oggetti e vittime sacrificali erano gettati anche nei sacri cenote , pozzi sacri, in genere all’interno di grotte, per ottenere il favore di Chac, il dio delle piogge, fonda- mentale per evitare le sofferenze della siccità. I Maya operavano anche gli autosacrifici, cioè dona- vano il proprio sangue agli dei, gli uomini pungendosi i genitali, le donne la lingua. La scrittura Non sarebbe stato possibile rag- giungere risultati così profondi in matematica e astronomia se i Maya non avessero disposto di un sistema efficiente di segni per registrare, comunicare, trasmet- tere e sviluppare osservazioni, calcoli, teorie e interpretazioni. Essi furono la civiltà americana che elaborò il linguaggio scritto più complesso. Oltre ai segni per indicare i numeri, produssero un complicato sistema di grafemi per esprimere la loro lingua, tuttora compreso solo in parte dagli stu- diosi. Nelle epigrafi sulle stele, gli archi- travi, le pareti e i gradini dei mo- numenti raccontarono prevalen- temente le gesta, la vita e la sto- ria dei regnanti delle città stato, sempre accuratamente datate, mentre nei codici (scritti in ge- nere su fogli ricavati da pelle di cervo o da cortecce dell’albero del fico) trasmisero soprattutto le proprie dottrine religiose, astro- nomiche e scientifiche. Per tanto tempo gli studiosi hanno discusso se si trattasse di una scrittura fo- netica (i cui caratteri, cioè, rap- presentassero i suoni della lin- gua) o ideografica (se rappresen- tassero, invece, direttamente gli oggetti e i concetti). Le ricerche della seconda metà del XX secolo hanno dimostrato che si trattava di un sistema misto, in cui alcuni caratteri sono fonetici sillabici, al- tri ideografici. La scomparsa Un altro grande mistero è quello della scomparsa della civiltà Maya. Come sono stupefacenti le loro realizzazioni con i pochi mezzi tecnici di cui potevano di- sporre, così è sorprendente la ra- pidità con cui la loro civiltà scom- parve. Edgardo, la mia ottima guida, sottolinea che a scompa- rire non fu la popolazione, che esiste ancora oggi e conta milioni di individui, ma la civiltà che si era manifestata nelle città stato e nei loro maestosi monumenti. Alla fine dell’età classica, dopo il 900, gran parte delle città furono ab- bandonate, al punto che la fore- sta le inghiottì. Ancora oggi molti monumenti e, chissà, interi centri sono sepolti o nascosti e ci vor- ranno tempo e finanziamenti per recuperarli. Nel cosiddetto pe- MC A

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=