Missioni Consolata - Dicembre 2017

• Maya | Culture | Popoli indigeni | Turismo culturale • DICEMBRE2017 MC 27 M ATEMATICA I Maya elaborarono un efficace si- stema di calcolo su base vigesi- male (cioè su base 20), funzionale quanto il nostro sistema decimale e forse più adatto a fare opera- zioni su numeri elevati. Mentre le cifre dei nostri numeri, infatti, rappresentano, da destra a sini- stra, le unità, le decine, le centi- naia, le migliaia, ecc., i glifi dei nu- meri maya erano, dal basso verso l’alto, le unità (rappresentate gra- ficamente con dei punti, mentre le cinquine erano raffigurate con delle barrette), le ventine, i multi- pli di 360, di 7.200, di 144.000 e così via. In un sistema vigesimale ci si sa- rebbe aspettati una serie 20-400- 8.000-160.000. Il fatto che la terza cifra indichi invece i multipli di 360 deriva dal legame tra la matematica e il calendario. Venti era il numero dei giorni del mese maya e l’anno era considerato composto di 18 mesi per un to- MC A tale di 360 giorni: quindi il mese si fondava sulla matematica in sé (20 giorni, secondo il sistema vi- gesimale) e la matematica del ca- lendario (la terza cifra si fonda sui 360 giorni dell’anno). I Maya - e forse ancor prima di loro gli Ol- mechi e gli Zapotechi - furono i primi a utilizzare lo zero, già prima dell’era cristiana, mentre gli Indiani lo scoprirono nel V se- colo d.C. e gli Arabi lo ereditarono dagli Indù nell’VIII. A STRONOMIA I Maya applicarono il proprio effi- ciente sistema di calcolo all’astro- nomia, dove raggiunsero risultati notevoli che stupiscono per la semplicità dei mezzi utilizzati, i quali si riducevano all’osserva- zione a occhio nudo e al calcolo matematico. Oltre alla precisione quasi assoluta nella determina- zione dell’anno solare in 365,242 giorni, essi erano in grado di pre- vedere con altrettanta precisione le eclissi solari, di calcolare le ri- voluzioni di Venere (pianeta al quale prestarono grande atten- zione) e i cicli della luna e ave- vano profonda conoscenza delle stelle. Gli osservatori astronomici erano tra gli edifici più importanti delle principali città, come Palen- que e Chichén Itzá. C ALENDARIO Il calendario maya era molto complesso e si collegava con la matematica, con la religione e con l’astronomia. È chiaramente di origine matematica la divi- sione, che abbiamo già visto, del mese in 20 giorni e astronomica quella dell’anno in 18 mesi per raggiungere i 360 giorni. Ma i Maya sapevano benissimo che l’anno solare è composto di 365 giorni e una frazione, per cui ai 18 mesi aggiungevano 5 giorni, che consideravano infausti. Accanto a questo calendario civile, essi ne seguivano uno rituale, che preve- deva un anno di 260 giorni, cioè di 13 mesi di 20 giorni. E dato che il primo giorno dei due calendari coincideva una volta ogni 52 anni (cioè 18.980 giorni, laddove 18.980 è il minimo comune multi- plo di 260 e 365), questo periodo era considerato un ciclo storico di estrema importanza. I Maya avevano una concezione ciclica del tempo, ispirata dalle loro conoscenze astronomiche. Come i giorni sono cicli di dì e notte e gli anni solari cicli di sta- gioni, così, a livello più grande, la vita universale si divide in cicli co- smici. Essi temevano che alla fine di un ciclo potesse avvenire la

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