Missioni Consolata - Novembre 2017

buona formazione religiosa per a- vere la profondità e il coraggio di essere una testimonianza profeti- ca per le società. Con grande one- stà hanno affrontato la questione di vivere in contesti interculturali e intertribali: non è mai semplice superare le barriere, ma se rie- scono a farlo, le suore possono essere un segno profetico. «In un mondo che si divide - è stato detto - le donne consacrate possono mostrare che al di là di diversità, etnie e culture, si può vivere insie- me e collaborare per la costruzio- ne del Regno». (Vatican Insider) USA IL PECCATO DEL RAZZISMO L a Chiesa statunitense ha di- chiarato il 9 settembre, festa di San Pietro Claver, Giornata nazio- nale di preghiera «per la pace nel- le nostre comunità», per dar se- guito alle iniziative intraprese nel- le comunità cattoliche per combattere «il peccato del razzi- smo». La Giornata era stata isti- tuita lo scorso anno dalla Confe- renza episcopale statunitense, du- rante le manifestazioni di protesta contro le ripetute uccisioni di afro- americani da parte della polizia. (Vatican Insider) KOSOVO SEGNO DI SPERANZA D opo 10 anni di lavori è stata consacrata la cattedrale-san- tuario dedicata a santa Madre Te- resa. La data ovviamente non è stata scelta per caso: oltre al pri- mo anniversario della canonizza- zione fatta da Papa Francesco, ri- correvano anche 20 anni dalla morte della suora della carità. La celebrazione è stata presieduta dal cardinale albanese Ernest Simoni Troshani, speciale inviato pontifi- cio. L’imponente edificio si erge nel centro di Pristina; l’architetto della cattedrale è un romano, Livio Ster- licchio, e lo stile scelto è quello ro- manico per richiamare il Basso Medioevo, l’epoca antecedente al 1389, l’anno della battaglia del Ko- sovo in cui i turchi conquistarono i Balcani e il cristianesimo subì nu- merose persecuzioni. «Abbiamo potuto realizzare questa costruzio- ne grazie alla Provvidenza - rac- conta mons. Lush Gjergij, vicario generale dell’amministrazione a- postolica di Prizren, soprattutto grazie alle donazioni dei nostri fe- deli e degli albanesi all’estero». Attratti dalla figura di Madre Tere- sa, molti musulmani e non cre- denti hanno voluto contribuire per la costruzione. Per questo, mons. Gjergij ritiene che la cattedrale «sia stata costruita non più con dollari o euro ma con il cuore e la buona volontà della gente». (Sir) TANZANIA CONSACRATE DELL’AFRICA «R ivitalizzare la nostra soli- darietà per una più profon- da evangelizzazione nella com- plessa realtà contemporanea». Con questo ambizioso titolo, l’As- sociazione delle Donne consacra- te dell’Africa orientale e centrale (Acweca) ha celebrato la sua 17.ma assemblea plenaria nella capitale della Tanzania tra il 26 a- gosto e il 2 settembre scorsi. L’e- vento ha visto la partecipazione di centocinquanta religiose da nove paesi: Eritrea, Etiopia, Kenya, Ma- lawi, Sudan, Sud Sudan, Tanzania, Uganda e Zambia. Le suore hanno identificato l’importanza di una I missionari della Consolata di Fingoé, recentemente hanno visitato una piccola comunità cattolica che sta cre- scendo tra le miniere di Malilonguè, nel distretto di Maravia, nella provincia di Tete. Questa terra di garimpeiros (cercatori d’oro) era stata visitata per la prima volta l’anno scorso dai padri Franco Gioda e Leonel Toledo. All’en- trata del villaggio dei minatori la comunità ha già preparato un tetto di frasche dove si riunisce per la preghiera dome- nicale. I cattolici sono ancora pochi, ma c’è grande voglia di pregare. La Chiesa cattolica è la prima a interessarsi delle comunità minerarie. «Abbiamo celebrato l’eucaristia per i presenti - riferisce p. Carlo Biella -. La cappella, provvisoria, ha come patrono nientemeno che il Re Salomone, che ottenne ricchezze dalle miniere di Ofir e dotò il tempio di Geru- salemme di oro e pietre preziose». Successivamente «abbiamo visitato le stesse miniere di Malilonguè dove opera un gran numero di lavoratori, riuniti in un’associazione, dediti all’estrazione di minerali semi-preziosi. Accompagnati dal presidente dell’associazione, siamo scesi in un pozzo a cielo aperto dove un gruppo di garimpeiros scavava a una profondità di più di 20 metri in condizioni di sicurezza molto preca- rie, a volte, mettendo a rischio la propria vita. In questo ambiente di grande precarietà i missionari sen- tono che è più che mai necessario portare la ricchezza del Vangelo e gesti di consolazione. Imc MOZAMBICO: missione fra i garimpeiros NOVEMBRE2017 MC 9 MC R Mozambico - due momenti della visita a Malilonguè: la messa celebrata da p. Carlo Biella e poi la discesa nel pozzo della miniera. #

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