Missioni Consolata - Novembre 2017

NOVEMBRE2017 MC 61 S ono arrivati, come frutto del Capitolo da poco celebrato, gli «Atti», un modesto fasci- coletto i cui semi, macinati e impastati, dovranno diventare il pane buono che ali- menterà la futura attività missionaria, «rivitalizzata e ristrutturata». Tra le varie indica- zioni, non poteva sfuggirci un’annotazione, che così suona: «Al Consiglio Continentale spetta mantenere vivo nel Continente l’approfondimento, lo studio, l’inculturazione e la trasmissione del carisma… promuovendo momenti di spiritualità centrati sul carisma (eser- cizi spirituali allamaniani, pedagogia allamaniana, ecc.)» (cfr. nn. 30 e 169). Poche e timide righe per ricordare a tutti i missionari l’importanza di rivi- talizzare il nostro carisma (cioè la nostra stessa voca- zione) che ha come sua limpida sorgente Giuseppe Alla- mano. Il suddetto suggerimento non sarebbe tanto origi- nale, se non fosse per due paroline decisamente interes- santi e cioè che, oltre allo studio e approfondimento del carisma, bisognerebbe curarne anche «l’inculturazione e la trasmissione». Per questo, l’invito viene rivolto non tanto all’Istituto nella sua totalità (come avveniva nel pas- sato), ma ai singoli Continenti dove sono presenti i mis- sionari e che, dal Capitolo, sono usciti come i veri prota- gonisti della missione Imc. Queste parole allargano il cuore perché, anche se appena sussurrate, ci confermano che l’Allamano non è un dono solo per noi, italiani o europei, ma può esserlo anche per altri popoli, altre culture, altri mondi diversi dal nostro (Allamano, missionario doc!). In più, questo dono non è relegato in un museo o in un santuario, ma è vivo e deve essere accolto da quelli che amano e in- vocano il Fondatore dei missionari della Consolata; occorre, perciò, «trasmettere e far co- noscere» ciò che lui è stato per la Chiesa e il mondo. Proprio come avevano scritto i mis- sionari, preparandosi al Capitolo: «Tra le ricchezze del passato che ci appartengono, c’è an- che Giuseppe Allamano, un gioiello prezioso che non può rimanere chiuso in un forziere per paura di perderlo, ma deve tornare ad essere indossato, perché è soltanto esibendolo che potremo far vedere a chi ci incontra come il suo stile possa adattarsi anche alla moda del tempo presente. Uno dei nostri obiettivi consiste nel far nuovamente “indossare” il Fondatore. Non è parlando di lui che se ne mostra la bellezza spirituale, è “vivendone il ca- risma” che il suo pensiero, la sua dimensione spirituale, la sua ricchezza e profondità pos- sono tornarci a dire qualcosa, anche oggi». P. Giacomo Mazzotti A cura di Sergio Frassetto PER ESSERE SEMPRE “DI MODA” «Voi badate ai miei co- mandi, alle mie esortazioni e anche ai semplici desi- deri, che ben conoscete. Ecco ciò che vorrei da voi: la buona volontà, lo sforzo generoso e costante di assimilare lo spirito dell’Istituto». (Giuseppe Allamano)

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