Missioni Consolata - Novembre 2017

sto fenomeno». La produzione dei pomodori, ma anche quella di frutta e di uva da vino, lo sfruttamento della prostituzione, il lavoro schiavo nel campo del tessile, il caso delle nigeriane e quello dei minori stranieri non ac- compagnati che «spariscono». FAR CRESCERE LA CONSAPEVOLEZZA Anna Pozzi affronta il vasto mondo della tratta e dello sfruttamento con lo stile giornalistico che la contraddi- stingue 3 . Descrive il fenomeno, lo racconta attraverso i dati, la narrazione di singoli casi, ma anche attraverso il racconto di quali sono le strategie, purtroppo spesso inef- ficaci, di istituzioni come l’Onu, l’Ue, la Corte penale in- ternazionale, gli organi dei singoli paesi. Tra le pagine più belle ci sono quelle in cui l’autrice presenta le azioni concrete messe in campo da alcuni dei tanti uomini e donne che si battono in tutto il mondo su questo tema. Ecco allora emergere alcune figure come padre Mussie Zerai, la suora comboniana Azezet in Israele, il premio nobel per la pace Kailash Satyarthi che ha liberato 80mila piccoli schiavi in India e in altri paesi. Nel libro si parla anche dell’impegno di papa Francesco, ad esempio istituendo la prima giornata mondiale ecclesiale contro la tratta di persone l’8 febbraio 2015. Il bilancio che viene fuori dal libro non sembra essere molto positivo, nonostante le molte iniziative dal basso e le dichiarazioni di leader mondiali. Più volte Anna Pozzi afferma, infatti, che sembra non esserci ancora una reale presa di coscienza della gravità di questa piaga. Tra i molti dati che offre c’è, ad esempio, quello che parla di un altissimo livello d’impunità, anche in Italia, quello che indica un aumento del numero di minori coinvolti, quello che ci parla di una grande adattabilità delle orga- nizzazioni criminali al mutamento delle situazioni, op- pure quello che dà a noi italiani il primato nel turismo sessuale. Immaginiamo che sia proprio da questo quadro poco positivo che ha preso le mosse il lavoro di approfondi- mento e denuncia di Anna Pozzi, allo scopo di costruire una maggiore consapevolezza da parte di tutti su una problematica solo apparentemente lontana. Luca Lorusso I L LIBRO Anna Pozzi, Mercanti di schiavi. Tratta e sfruttamento nel XXI secolo , San Paolo, Milano 2016, 215 pagine, 14,50 Euro. MC R MATRIMONI E LAVORO FORZATO 15,4 milioni di vittime di matrimoni forzati Il 63% ha contratto il matrimonio in età adulta (tra essi, il 77% è donna). Il 37% ha subito il matrimonio da minorenne (tra loro è femmina il 96% e il 44% aveva meno di 15 anni). La più giovane vittima regi- strata dall’Oil aveva 9 anni al momento del matrimo- nio. In totale, l’84% delle vittime è di sesso femminile. 24,9 milioni di vittime di lavoro forzato Il 71% è donna o bambina. In totale, una vittima su quattro è minorenne (il 25%). Il lavoro forzato viene distinto in tre tipologie: 1- Il lavoro forzato presso privati che conta 16 milioni di vittime nel 2016. Di questi, il 59% sono di sesso femminile, l’81% adulti, il 19% minorenni. Le vittime di questa forma di schiavitù ritrovano la libertà in media dopo 20,5 mesi. Sul totale, il 24,3% è impiegata in lavori domestici, il 18,2% nell’edilizia, il 15,1% nell’industria; l’11,3% nell’a- gricoltura e nella pesca, il 9,5% in alberghi e ri- storazione, il 9,2% nel commercio all’ingrosso, il 6,8% nei servizi personali, il 4% nelle miniere, l’1,6% nell’accattonaggio e in altro. 2- Il lavoro forzato imposto dalle autorità statali che conta 4,1 milioni di persone. Di queste, alcune lavorano per anni, molte per poche settimane. 3- Lo sfruttamento sessuale forzato che coinvolge 4,8 milioni di vittime. Tenute, in media, per 23,4 mesi nella loro situazione, la stragrande maggio- ranza (99,4%) sono donne e ragazze. I minori rap- presentano il 21,3% del totale. Il tasso di schiavitù per area del mondo Altro dato interessante e il tasso di schiavitù per aree geografiche: il più alto è in Africa, con 7,6 vit- time ogni 1.000 persone. Il secondo nell’area Asia meridionale e Pacifico, con il 6,1 per mille, il terzo in Europa e Asia centrale, con il 3,9 per mille, il quarto negli stati arabi, con il 3,3 per mille e infine nelle Americhe con 1,9 vittime ogni mille persone. L.L. NOVEMBRE2017 MC 59

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