Missioni Consolata - Novembre 2017

44 MC NOVEMBRE2017 zione precipita. Le forze di polizia - civile e militare, 29 persone in totale -, in combutta con l’im- presa di sicurezza della fazenda (la Elmo Segurança Especiali- zada ), uccidono 10 contadini sem terra , compresa una donna. Nel silenzio delle istituzioni, la presa di posizione congiunta di cinque importanti organismi della Chiesa cattolica brasiliana 2 è im- mediata e durissima: «La versione ufficiale degli organi pubblici dello stato - si legge nella nota pubbli- cata il 31 maggio - è stata che le morti sono avvenute in un con- fronto armato, in quanto gli agenti di polizia erano stati accolti a fucilate. Questa versione pre- tende di far credere che il popolo brasiliano sia imbecille e non ab- bia capacità di discernimento. Com’è possibile che, in un con- fronto armato, nessuno dei 29 poliziotti coinvolti nell’azione sia stato ferito? Perché la scena del crimine è stata smantellata, con gli stessi poliziotti che hanno tra- sportato i corpi in città?». «È evidente - continua la nota - che questa esacerbazione dei conflitti agrari per numero e vio- lenza è collegata alla crisi politica e al prevalere delle forze dell’a- groindustria sui poteri dello stato brasiliano». A parte i due episodi qui raccon- tati (i più eclatanti a causa del nu- mero delle vittime), nei primi sette mesi del 2017 sono stati as- sassinati 48 contadini. Secondo Conflitos no campo Brasil 2016, il rapporto della «Commissione pa- storale della terra», lo scorso anno nel paese ci sono stati 1.079 conflitti agrari e 61 persone assas- sinate, 5 al mese. I conflitti legati alla terra sono una costante del Brasile, paese che, tra l’altro, detiene - con 60.000 omicidi all’anno - il (poco lusin- ghiero) primato mondiale nella classifica della violenza 3 . La concentrazione fondiaria e le terre improduttive La causa prima della questione agraria in Brasile nasce dal la- tifondo e dalla concentrazione della terra in pochissime mani. Basandosi sui dati (prudenziali) 4 raccolti da Incra ( Instituto Nacio- nal de Colonização e Reforma Agrária ) con riferimento al 2010, il 55,8 per cento delle terre dispo- nibili è in mano al 2,5 per cento dei proprietari (i latifondisti). Il re- stante delle terre si divide tra: il 19,9 per cento in mano a medi proprietari (7% dei proprietari), il 15,5 per cento a piccoli proprie- tari (26%, pari a circa 1,3 milioni di famiglie) e 8,2% a proprietari di minifondi (64%, circa 3,3 milioni di famiglie). Anche se la defini- zione di grande, media, piccola e mini non è stabilita dal numero di ettari, ma dai cosiddetti moduli (unità di misura variabili che ten- gono conto di vari parametri) 5 , è evidente che la maggior parte dei proprietari di piccoli fondi o di mi- nifondi hanno vita dura, spesso ai limiti della sopravvivenza. Al fondo di questa scala della dise- guaglianza, ci sono circa 4 milioni di famiglie contadine, corrispon- denti a 20 milioni di persone, che non hanno accesso alla terra: sono i cosiddetti sem terra . In questo quadro fondiario s’inseri- sce un altro dato essenziale, quello delle terre improduttive: il 72 per cento dei latifondi - pari a 2,3 milioni di chilometri quadrati - è considerato tale. BRASILE In basso : un «mare» (ma qualcuno lo chiama - e con ragione - «deserto») di soia. # Delle terre improduttive si è oc- cupata la Costituzione del 1988 - negli articoli 184 e 185 -, preve- dendo la loro espropriazione per interesse sociale e per i fini della riforma agraria. La riforma agraria e l’Incra L’Incra, nata nel 1970, è l’organi- smo federale che ha il compito di attuare la riforma agraria. Come? Stando alla prima delle sue cin- que direttive strategiche, essa do- vrebbe promuovere la democra- tizzazione dell’accesso alla terra attraverso la creazione di insedia- menti rurali sostenibili e la regola- rizzazione delle terre pubbliche; la sua azione dovrebbe inoltre contribuire allo sviluppo sosteni- bile, alla riduzione della concen- trazione della struttura fondiaria e alla riduzione della violenza e della povertà nelle campagne. Se facciamo riferimento ai numeri da esso divulgati, l’istituto avrebbe beneficiato con un lotto di terra quasi un milione di fami- glie brasiliane, per l’esattezza 977.039. Non è dato tuttavia sa- pere quante di esse siano ancora sulla terra assegnata e quante l’abbiano abbandonata o ven- duta. «So - racconta fratel Carlo Zac- quini da Boa Vista - di molti ter- reni abbandonati perché gli agri- coltori non potevano viverci; non avevano la possibilitá di vendere i loro prodotti, o non avevano ac- cesso ad assistenza medica. In- somma, dovevano scegliere tra la terra e la vita».

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