Missioni Consolata - Novembre 2017

L’altra faccia della medaglia: grandi diseguaglianze, scarsa mobilità sociale Storie di sacrifici e di fatica, di umiliazioni, riscatti o fallimenti, come lo sono sempre quelle legate al- l’immigrazione, in qualsivoglia tempo e paese. Sto- rie difficili, che solo in rari casi portano a un’ascesa sociale nelle file della borghesia per la generazione successiva. Un divario sociale, culturale ed econo- mico che, inevitabilmente, continua a pesare anche negli immigrati di seconda e terza generazione, ov- vero nei figli e nei nipoti degli operai arrivati in Ger- mania nel dopoguerra e negli anni del boom. Come dichiarato in una recente intervista dalla cancel- liera Merkel: «C’è ancora un divario significativo tra i giovani che hanno una storia d’immigrazione e i giovani che non ce l’hanno». Certo, esistono ecce- zioni importanti in tal senso, e sono sempre più fre- quenti. Ne ricordiamo due, brevemente: il leader del partito verde Cem Özdemir, di origine turca e circassa (regione storica del Caucaso, ndr ), che è fra i protagonisti indiscussi della scena politica odierna; o, ancora, il nostro Giovanni di Lorenzo, direttore del settimanale Die Zeit , uno dei più pre- stigiosi del paese, cresciuto in Italia fino all’età di undici anni. Eppure, come sottolineato anche dalla cancelliera, tanto resta ancora da fare. La Germania, dati alla mano, è uno dei paesi in Europa dove le disugua- glianze fra ricchi e poveri sono più alte e la mobilità sociale risulta ridotta ai minimi termini. Date que- ste premesse, la prospettiva di una completa parifi- cazione sociale ed economica per le comunità di immigrati pare essere un obiettivo ancora lontano, NOVEMBRE2017 MC 35 D innestando nei segmenti più fragili della popola- zione, anche se in piccola parte, il germe dell’intol- leranza, mentre parallelo, come vedremo, fra alcuni giovani immigrati cresce quello del radicalismo re- ligioso. Ecco allora spiegata l’ascesa del partito «Al- ternativa per la Germania», che è riuscito per la prima volta nella storia del dopoguerra tedesco a riportare alla ribalta una politica, almeno in parte, riferibile alla galassia dell’estrema destra, infran- gendo un tabù sociale e politico molto forte. Ma si tratta pur sempre, a ben vedere, di un unico par- tito, a fronte di uno schieramento politico - destra inclusa - che si mantiene compatto nel voler com- battere la propaganda xenofoba e populista. Em- blematico anche il panorama dei media, dove lo spazio dato a populisti e predicatori d’odio è incom- parabilmente più basso che da noi. Il caso della minoranza turca (e kurda) Passiamo ora ad analizzare quello che è il feno- meno più rilevante, ma anche il più complesso e dif- ficile, nella sfida dell’integrazione. Ci riferiamo al caso dei turchi tedeschi, la minoranza più rappre- sentata in Germania, come detto. Una comunità che, dopo la deriva autoritaria intrapresa dal presi- dente Erdogan nel loro paese, sta pagando oggi in prima persona, vuoi le tensioni interne alla comu- nità, sempre più marcate, vuoi i rapporti sempre più tesi fra Berlino e Ankara. Punto di svolta, da questo punto di vista, è stato il tentativo di colpo di stato in Turchia del luglio 2016, cui è seguita un’on- data di repressione senza precedenti contro gior- nalisti, politici, intellettuali e forze dell’ordine, che © Oliver Berg, Dpa / AFP GERMANIA

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