Missioni Consolata - Novembre 2017

sono sicure, assai più che in Italia, e l’immigrazione non risulta oggi al primo posto fra le preoccupazioni dei tedeschi. Il cambiamento climatico (71%) e il ti- more di nuove guerre (65%) la fanno da padrona, se- condo una recente ricerca riportata sul quotidiano Westdeutsche Allgemeine Zeitung , staccando la paura del terrorismo (63%) e, di molto appunto, quella de- gli immigrati (45%). Un mosaico multiculturale (con tanti citta- dini comunitari) Ma vediamo ora quali sono, fra i cittadini stranieri residenti in Germania, i gruppi nazionali più rap- presentati all’interno del mosaico multiculturale tedesco. Secondo i dati ufficiali dell’Ufficio stati- stico federale, primi sono i turchi, che nel 2016 toc- cavano quota 1 milione e 492mila, seguiti dai polac- chi a 783mila unità. Terzi i siriani, pari a 637mila residenti, quarti invece noi italiani, 611mila (con una crescita di 15 mila individui rispetto all’anno precedente). Seguono rumeni, greci, croati, bul- gari, afghani, russi e iracheni. Interessante notare come dal 2016 ad oggi il numero di migranti prove- nienti dagli altri paesi dell’Unione europea sia più che triplicato. In un solo anno, il 2016 appunto, ri- sulta che siano stati 634mila i cittadini Ue che hanno scelto di vivere in terra tedesca. Non sono quindi solo i cittadini cosiddetti extracomunitari a immigrare. Una Germania che rappresenta la se- conda destinazione a livello mondiale per l’immi- grazione, seconda solo agli Stati Uniti, stando a una ricerca dell’Oecd pubblicata nel 2014. Numeri a parte, se visto dall’interno, il melting pot in salsa tedesca sembra funzionare piuttosto bene. Se forte è l’impegno delle scuole e delle istituzioni 32 MC NOVEMBRE2017 D religiose nel fronteggiare la diffidenza nei confronti dell’altro e il razzismo, è anche il mondo del lavoro a fare la differenza. Sono sempre di più le aziende che scelgono come lingua di lavoro l’inglese nei loro uffici, ed è grande la richiesta di manodopera in al- cuni Land, come quelli del Sud, dove si è raggiunta quasi la piena occupazione. All’ingresso del quar- tier generale della Mercedes, che ha sede qui a Stoccarda, e dove si usa sempre di più la lingua di Shakespeare per lavorare, si legge in un banner: «Qui non c’è posto per il razzismo». Certo, ancora una volta, non è tutto oro quello che luccica, e non vi è dubbio che siano in molti a sfruttare i nuovi ar- rivati, cui vengono proposti a volte contratti da pre- cari e con retribuzioni sempre più basse, con il ri- sultato che le diseguaglianze avanzano rapida- mente, creando sacche di povertà sinora scono- sciute soprattutto in provincia, nelle periferie e nelle città del Nord e dell’Est del paese. Non si può tuttavia trascurare, ed è il dato di gran lunga più incoraggiante, come la risposta più effi- cace alla crisi dei rifugiati e all’insorgere del razzi- smo sia giunta proprio dalla società civile tedesca, che ha dato il suo meglio mobilitandosi dopo il 2015. In Germania, le persone in vario modo impegnate nel volontariato sono 31 milioni (pari al 38% della popolazione), in Italia invece - per fare un raffronto - solo 6 milioni (pari al 10%). Una differenza che si spiega anche con la grande generosità dimostrata dalle associazioni, dalle chiese e da tanti semplici cittadini che hanno sentito il bisogno di impegnarsi in prima persona per fronteggiare quella che forse è la più grande sfida del nostro tempo: la sfida del- l’accoglienza. Simone Zoppellaro 71% 65% 63% 45% LE PAURE DEI TEDESCHI I PRINCIPALI GRUPPI DI IMMIGRATI IN GERMANIA (2016) il cambiamento climatico nuove guerre il terrorismo l’immigrazione Fonte: Westdeutsche Allgemeine Zeitung TURCHI POLACCHI SIRIANI ITALIANI Fonte: Statistisches Bundesamt (www.destatis.de ) 1.492.000 783.000 637.000 611.000 © Kreativezone / rivista MC

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=