Missioni Consolata - Novembre 2017
Per un approfondimento: • Don Lorenzo Milani, Esperienze pastorali , in Tutte le opere , a cura di Federico Ruozzi et alii, tomo I, Mon- dadori, Milano, 477-80; • Don Primo Mazzolari, La parrocchia , La Locusta, Vi- cenza, 1957; ora in Per una Chiesa in stato di mis- sione , Editrice Esperienze, Fossano 1999; Tempo di credere , Vittorio Gatti, Brescia 1941. Preghiera: estraniamento o passione di vita? San Paolo, come abbiamo già visto, conferma il no- stro timore e cioè che noi non sappiamo pregare: «Non sappiamo infatti come pregare in modo con- veniente» (Rm 8,26). Pensiamo che la preghiera sia prevalentemente una recita vocale di formule, che con l’uso diventano meccaniche: le parole fluiscono per conto loro e il cuore naviga per conto proprio. Non è un caso che nella confessione, un «peccato» ricorrente, quasi un canovaccio, era: «Non ho detto le preghiere al mattino e alla sera», oppure, «Mi di- straggo durante le preghiere». È facile confondere la preghiera con un bisogno psicologico di prote- zione o forse di alienazione: la vita è tanto dura e cattiva che ogni tanto fa bene ritirarsi in disparte e non pensare a niente. È la preghiera come estrania- zione, ma spesso non sappiamo nemmeno che, mentre crediamo di pregare, stiamo solo parlando con noi stessi. Ribadiamo, ancora una volta e con forza che prima di essere un momento o un atteggiamento, la pre- ghiera è uno stato dell’essere , esattamente come l’amore che non è una caratteristica di qualcuno, ma la dimensione intima e univoca della vita, come sperimentò - lo abbiamo già sottolineato più volte - Francesco d’Assisi che diventò preghiera lui stesso perché amò Gesù e il suo messaggio «sine glossa» cioè alla follia e senza condizioni (cfr. Fonti France- scane, Movimento Francescano , Assisi 1978, 630). Non imparò prima a pregare per diventare disce- polo di Gesù. Egli amò senza condizione, a fondo perduto, e la conseguenza fu la preghiera come identità di vita. Insieme a Francesco, una donna, anzi una ragazza, è stata capace di capire l’equa- zione della vita: pregare è amare . Alla sorella Céline che le chiedeva cosa dicesse quando pregava, Tere- sina rispondeva: «Io non gli dico niente, io lo amo». In altre parole, solo gli innamorati sanno pregare perché conoscono la dimensione della parola che diventa silenzio e conoscono il silenzio come pie- nezza della parola. Pregare è una relazione d’a- more, e come tale esige un linguaggio d’amore con tempi e spazi d’amore. Se amare è «perdere» tempo per la persona amata, allo stesso modo, pregare è perdere tempo per sé e Dio, perché la preghiera è lo spazio e il tempo riser- vati all’intimità d’amore. Più profondo è l’amore, più tempo è necessario, e spazio e tempo non pos- sono essere gli scarti, ma devono essere scelte di prima qualità. Un tempo e uno spazio che non si esauriscono nello svuotamento di sé, ma nella pie- nezza che l’altro porta con sé. La pienezza di Dio è la Parola, il Lògos come progetto/proposta d’amore di Dio al mondo attraverso di me, orante/amante. La Parola di Dio diventa così il fondamento della preghiera, ma anche la dimensione e il nutrimento dell’orante. Come gli innamorati si educano a ve- dere il mondo e la vita con gli occhi dell’amato o dell’amata, arrivando addirittura a prevenirne i de- sideri, così l’orante è colui che sta «sulla Parola» (Gv 8,31) per imparare a vedere la vita, la storia e le proprie scelte con gli occhi di Dio. Collirio per la vista La preghiera è «il collirio per ungerti gli occhi e re- cuperare la vista» di cui parla l’Apocalisse (cf Ap 3,18): illimpidirsi lo sguardo da ogni strato di so- vrapposizione per essere in grado di vedere con lo sguardo dello Spirito. In questo senso la preghiera è alimento costante del dubbio perché toglie ogni si- curezza esteriore ed effimera: non è la garanzia della certezza, ma l’alimento della ricerca che esige l’umiltà come condizione. Purificarsi lo sguardo si- gnifica liberarsi dalle idee che si hanno di Dio e do- mandarsi sempre se quella che abbiamo conse- guito è quella vera e definitiva. Finché vi sarà storia MC R NOVEMBRE2017 MC 25
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