Missioni Consolata - Novembre 2017

16 MC NOVEMBRE2017 per alcune questioni. La signo- rina, che ci guardava diretta- mente in faccia, ci ha risposto: «Scusi, ma non ho capito niente di quello che ha detto, perché non so l’inglese». Accanto a lei la- vorava, china su un computer, un’altra signorina. Lei non ci aveva guardati, aveva solo sentito la nostra voce, ed è intervenuta: «Ma se ha detto così e così e così!», ripetendo esattamente quello che noi avevamo detto in coreano. La spiegazione di questo aneddoto è che la signorina che ci aveva guardati in faccia, prima ancora che noi aprissimo bocca, era rimasta paralizzata dalla rea- zione: «È uno straniero. Non posso capirlo. Non so come inte- ragire con lui». E adesso lasciate che vi raccon- tiamo l’esperienza di Geoffrey, dalla sua viva voce, di quando è stato invitato a cena dopo poche settimane dal suo arrivo in Corea. Il nuovo arrivato «Quel giorno, non ero solo un in- vitato, ma l’ospite d’onore. Ad ac- cogliermi c’era la padrona di casa, con pettinatura e make up impec- cabili, vestita con un hanbok (ve- stito tradizionale, ndr ) stupendo, un sorriso smagliante e un in- chino profondo. Appena mi ha ac- colto in casa… ha urlato. Ma per- ché? Eh dai, avrei dovuto saperlo che mai e poi mai si entra in una casa coreana con le scarpe. Solo un bruto che viene dall’occidente non lo sa. E sarebbe anche meglio avere i calzini nuovi, o perlomeno non rattoppati. Capito? Allora via le scarpe. Quindi la signora mi ha offerto con un inchino e con le due mani un souvenir della Corea, impac- chettato in modo artistico ed ela- borato. Qui, anche se il regalo fosse uno stuzzicadenti, è imman- cabilmente presentato con un pacchettino elegante. Quando ci siamo messi a tavola, la padrona di casa si è scusata che non era capace a far da mangiare, che c’era poca roba e senza sa- pore. Invece ai miei occhi è ap- parsa una tavolata piena di piatti e piattini saporiti e disposti con gusto, che sicuramente avevano richiesto una giornata intera di la- voro. Ma in questo mondo chi vi ospita deve sempre mostrarvi la propria umiltà e perorare la pro- pria incapacità». I pomodorini sulla torta «Allora mi sono seduto a tavola. Con il trascurabile dettaglio che il tavolo è alto 40 cm da terra e che mi sono seduto su un cuscino sul pavimento al posto d’onore, al centro, cosa che mi tagliava ogni possibile via di fuga. Ovviamente non c’erano forchette ma i clas- COREA DEL SUD Le foto di queste pagine raccontano una storia diversa da quella narrata dalle pa- role di padre Gian Paolo Lamberto: la fe- sta della Consolata celebrata a giugno del 2017 nella comunità Imc di Yeokgok- dong (sede regionale e Centro di anima- zione missionaria e vocazionale). Prima pagina : Geoffrey con la signora Angela, per diverso tempo presidente del gruppo Amici dei missionari della Conso- lata, vestita con l’ hanbok , abito tradizio- nale. | In alto (a partire da sinistra : un pa- dre agostiniano e i missionari della Con- solata Stephano Babangenge (Congo), Yair Ligardo (Colombia), Gian Paolo Lam- berto (Italia), Marcos Coelho (Portogallo), Diego Cazzolato (Italia), Han Gyeong Ho Martino (Sud Corea), Patrick Mrosso (Tan- zania); Clement Gachoka (Kenya). | Sopra e a destra : la celebrazione. #

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