Missioni Consolata - Novembre 2017
NOVEMBRE2017 MC 13 partire per andare, a tratti, all’u- nisono. Si cammina su un terreno umido, spesso fangoso, in mezzo a alberi e piante di una varietà sorprendente. Un vero e proprio «santuario» del mondo vegetale. Ma occorre fare attenzione alle sanguisughe (indossando appo- site calze fin sopra al ginocchio) e a estese ragnatele sulle quali si dondolano grossi ragni. Il caldo, ma soprattutto l’umidità, pos- sono a tratti toglierci il respiro. Impatto devastante La riduzione della foresta significa la perdita di biodiversità sia ani- male sia vegetale. Oltre a questo impatto enorme in termine di riduzione delle specie, gli altri effetti devastanti sono l’e- rosione dei suoli, il diffondersi di inondazioni, le frane e l’alto ri- schio di incendi. Quest’ultimo do- vuto al fatto che le foreste natu- rali sono meno inclini agli incendi (più protette), mentre quelle par- zialmente distrutte o influenzate dalla presenza umana sono molto più soggette, perché più secche. Il taglio della foresta combinato con la pioggia torrenziale ha ef- fetti disastrosi per l’erosione e la modifica dei fiumi, che causano devastazioni lungo il loro corso trasportando materiale a valle. Specie animali uniche in Borneo, come l’orangutan, la scimmia nasica e l’ele- fante pigmeo, vedono di anno in anno ridursi il loro habitat di percen- tuali a due cifre. Molto grave è anche il traffico illegale di animali esotici che diventa un ef- fetto collaterale della defore- stazione. Altre cause del taglio incontrol- lato di alberi sono legate alle con- cessioni minerarie, che vanno da- gli scavi per il carbone a quelli per metalli e pietre preziose. Il cuore del Borneo Un passo positivo è stato fatto da Malaysia, Indonesia e Brunei, nella definizione del Heart of Bor- neo ( HoB , Cuore del Borneo). Si tratta di un’area di circa 240.000 km quadrati (due terzi l’Italia), composta da diverse zone di fore- MC A sta pluviale da proteggere. Nel 2007 i tre paesi hanno firmato una dichiarazione per dare vita al « HoB initiative ». Lo scopo è la conservazione delle biodiversità, che tenga conto anche del bene della popolazione, tramite una Una storia unica Il Sarawak dei rajah bianchi N el 1839 l’avventuriero inglese James Brooke approda per la prima volta nel Borneo Nord occidentale, nei pressi del villaggio di pescatori chiamato Kuching. Nell’area, controllata dal sultano del Brunei, è in corso una rivolta che coinvolge diversi gruppi etnici in lotta tra di loro. Brooke e il suo equipaggio, con le armi e il negoziato, riescono a riportare la pace. È per questo che il sultano Omar Ali Saifuddin II gli affida il governo del Sa- rawak nominandolo rajah. Inizia così un esperi- mento di geopolitica unico nella storia mon- diale, che durerà 100 anni. James Brooke im- posta un governo di tipo liberale, rispettoso dei diritti ma osservante delle regole, al quale fa partecipare i capi delle diverse et- nie, nessuno escluso. James si guadagna molti alleati, anche se non tutti sono con- tenti e alcuni leader locali si oppongono al rajah bianco. In questa compagine si inserisce Sandokan, il longevo personaggio immaginario inventato dallo scrittore veronese Emilio Salgari. J ames riesce a portare pace e prosperità in una re- gione agitata da scontri interetnici (vi operano i famosi Dayaki, i tagliatori di teste) e infestata dai pirati. Alla sua morte nel 1868 gli succede il nipote Charles Brooke (James non si era sposato e non aveva figli legittimi). Questi regnerà come secondo rajah bianco fino al 1917. Charles si inserisce sulla scia dello zio ma sviluppa il paese dal punto di vista infrastrutturale ed economico. Sotto il suo governo il Sarawak si estende con nuovi possedimenti, annettendo parte dell’attuale Sabah (Nord Est del Borneo). Il territorio viene anche protetto dall’invasione delle multinazionali straniere che disboscano la giungla per piantare il caucciù. Gli succede il figlio Charles Vyner Brooke, che regna fino al 1941, anno dell’invasione giapponese durante la se- conda guerra mondiale. Charles Vyner riprende il po- tere per alcuni mesi nel 1946, quando nel luglio è co- stretto a cedere il Sarawak alla corona britannica. A nthony Brooke (1912-2011), nipote di Charles Vyner è stato rajah Muda (principe eredita- rio) e ha combattuto nel movimento anti co- lonialista, che si è opposto alla cessione del paese ai britannici. Si è poi ritirato in Nuova Zelanda dove ha vissuto, continuando a viaggiare e tenere confe- renze a supporto di diversi movimenti per la pace. L’erede della dinastia è Jason Brooke (1985), figlio di Ja- mes Bertram “Lionel” Brooke (1940-2017) e nipote di Anthony. Jason è impegnato tra la Gran Bretagna e il Sarawak nella promozione storica dei Brooke, anche attraverso l’associazione Brooke Trust (www.brooketrust.org) . Ma.Bel . Qui : James Brooke, il primo rajah bianco del Sarawak ( sopra ) in un dipinto, e Char- les Brooke ( foto ) che gli succede nel 1868 e regna fino al 1917. #
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