Missioni Consolata - Ottobre 2017

Antonio Montesinos verso la fine del 1511, ed un secondo con Pedro da Cordova, anch’egli figlio di San- to Domingo, segnarono la sua vita e l’orientarono in una lotta aperta a favore degli indigeni per i quali re- clamò libertà e parità di diritti con i conquistatori. Come era da aspet- tarsi ebbe l’opposizione altrettanto aperta dei coloni e quindi la sua predicazione non diede sul mo- mento risultati significativi, che in- vece vennero con il tempo, soprat- tutto con le varie riforme della le- gislazione indigena adottate dalla Corona spagnola anche sotto la sua spinta. Gli anni cubani di Bar- tolomé de las Casas furono decisi- vi nella trasformazione del frate domenicano divenuto il grande di- fensore degli indigeni e della loro dignità. Una lacuna che proprio il governo di Cuba intende «correg- gere», dando vita ad un «Percorso padre Las Casas» sull’isola allo scopo di per rendere tributo all’in- signe domenicano la cui vita in questi luoghi è rimasta pratica- mente sconosciuta per diverse ge- nerazioni. (Terre d’America) ve ha vissuto per 57 anni e dove venne a contatto con dei malati di lebbra, morbo di cui ignorava l’e- sistenza. Nel 1963 fondò il Pro- gramma nazionale di controllo della lebbra in Pakistan e il Cen- tro Maria Adelaide della lebbra (Malc), programma poi esteso alla tubercolosi e alla cecità. Nei suoi 157 centri in tutto il paese ha pre- stato assistenza ad oltre 50mila malati. Ogni anno vengono curati 12mila pazienti affetti da tuberco- losi e sono eseguiti 7mila inter- venti di cataratta. Suor Pfau ha ri- cevuto i più alti riconoscimenti della Repubblica islamica. Syed Murad Ali Shah, primo ministro del Sindh, ha dichiarato: «È una grave perdita. Dobbiamo conti- nuare la sua missione. Ha dato nuova speranza a innumerevoli persone e ha dimostrato, attra- verso il suo illustre duro lavoro, che servire l’umanità non conosce confini. Siamo orgogliosi dei suoi esemplari servizi e rimarrà nei nostri cuori come un simbolo splendente nei tempi che verran- no». (AsiaNews) CUBA BARTOLOME’ DE LAS CASAS S i sa che Las Casas divenne sa- cerdote nel 1510 e si trasferì a Cuba poco dopo, chiamato dall’a- mico Diego Velásquez, governato- re dell’Isola, che gli diede in asse- gnazione una encomienda (territo- ri popolati da nativi che venivano dati «in dotazione» a spagnoli per essere colonizzati e cristianizzati, ndr ), nel villaggio di Canarreo, vici- no a Jagua, nell’attuale provincia cubana di Cienfuegos, che ammi- nistrò com’era d’uso a quei tempi, finché l’incontro con il domenicano L’ antica missione di San Pietro Claver di Miruru si trova nella parte più occidentale del Mozambico, a pochi chi- lometri dal confine con lo Zambia, uno dei luoghi più remoti della diocesi di Tete. Bisogna percorrere quasi 300 chilometri per arrivarci. Il viaggio è un’avventura che obbliga l’attraversamento di monti e valli, boschi e fiumi, paludi e arenarie. Recentemente, i padri Carlo Biella e Franco Gioda hanno visitato la missione di Miruru e le comunità vicine per celebrare i sacramenti, incontrare le comunità e i catechisti per momenti di formazione e di programma- zione. Il clou della visita è stata la celebrazione della messa all’interno dell’imponente chiesa di Miruru. Gli edifici della missione sono tutti in rovina e della chiesa rimangono in piedi solo le pareti esterne. Questa missione, fondata alla fine del XIX secolo, è stata abbandonata per decenni. La mosca tse-tse e poi la guerra, nel 1966, hanno spinto le persone e i missionari ad andarsene e nella chiesa non è più stata celebrata l’eucaristia. La natura, il conflitto armato e gli atti di vandalismo poco a poco hanno portato alla distruzione questo importante monumento storico. Negli ultimi anni la po- polazione è tornata nella terra di Miruru e, vicino alle rovine della chiesa di mattoni, è sorta la chiesa viva composta da credenti. Hanno sradicato la macchia che circondava il tem- pio, hanno ripulito l’interno e preparato tutto per l’arrivo dei missionari. Nella chiesa, che in altri tempi fu luogo di cele- brazioni solenni e affollate, la comunità locale, di circa 150 persone, ha partecipato devotamente alla messa. Era la so- lennità del Corpo e Sangue di Cristo. La celebrazione è stata solennizzata dall’amministrazione di una trentina di batte- simi, seguita dalla processione eucaristica fuori dalla chiesa. La visita e gli incontri sono durati una settimana, dopodiché i missionari sono tornati a Fingoè, la missione centrale, per celebrare la patrona della parrocchia, Maria SS.ma Conso- lata. Imc Mozambico - Miruru: rinasce la chiesa OTTOBRE2017 MC 9 MC R Miruru (Mozambico) - padre Franco Gioda e i cristiani di Miruru davanti alla loro antica chiesa dove per la prima volta dopo decenni si è celebrata l’eucaristia. #

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