Missioni Consolata - Ottobre 2017
OTTOBRE2017 amico 77 AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT rale giovanile. Artefice di questa iniziativa e re- sponsabile dell’intera esperienza era padre Simão Pedro. Ad aiutarlo nel suo compito, oltre agli ac- compagnatori dei vari gruppi, c’erano diversi se- minaristi della Consolata: John Nkinga, Mathew Mwakapise, Bernard Obiero e Felix Felo, prove- nienti dall’Italia, e altri dal Portogallo come Fran- cis Murimi Wa Wanjik ũ , Rafael Adilson e Tony Malila, futuro sacerdote. In aggiunta c’erano pa- dre João Batista Amâncio, missionario brasiliano e suor Anistalda di origine portoghese. FATIMA L’esperienza di Fatima è stata per noi l’inizio di tutto, la miccia che ha acceso i nostri cuori. Lì ab- biamo capito come siamo veramente tutti fratelli, nonostante la differenza di lingua, provenienza e cultura. Due segni particolari ci hanno colpito a Fatima: accendere le candele passandoci la fiamma l’uno con l’altro così che la luce potesse passare da un cuore all’altro, è stato il primo. Donarci agli altri non significa perdere noi stessi. La recita del santo Rosario è stato il secondo: tutti sentivamo un forte vento sopra di noi che, congiunto al ca- lore delle fiaccole, ci dava una sensazione nuova, di pace e comunione. Sembrava che lo Spirito di Dio ci legasse tra noi. Un altro momento in cui Maria ci ha «conse- gnato» il mandato missionario «ad gentes» è stata la messa nella cappella delle apparizioni: durante la celebrazione, guardando il volto della Vergine, abbiamo udito la sua voce dolce e pre- murosa. Il suo cuore misericordioso è un posto accogliente in cui trovare riparo dal male, ma an- che un luogo dove trovare la fonte del vero amore che è Gesù. Carichi dell’amore ricevuto, siamo partiti l’indo- mani per Lisbona, e per la vera missione di ogni cristiano: annunciare Gesù e riconoscerLo sul volto di ogni persona che incontriamo. LISBONA Memori dell’incontro di Fatima, per due giorni abbiamo fatto attività di volontariato con gli an- ziani. Riconoscere Gesù nel volto di chi soffre non è cosa di tutti i giorni, condividere le loro emozioni ha lasciato in noi un segno pro- fondo. Osservare questi anziani che avevano biso- gno di essere guidati, di sentirsi protetti come dei bambini, ci ha ricordato il passo del Vangelo in cui Gesù dice: «Chi accoglie uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me» (Mt 18,5). Ve- dere la volontà, la fiducia e la semplicità di queste persone nell’abbandonarsi nelle braccia di scono- sciuti ci ha fatto capire come anche noi abbiamo bisogno di essere guidati e protetti nel cammino della vita e quindi di affidarci alla Madonna, vera ed unica guida verso Gesù. Abbiamo trovato il volto di Cristo anche nel sob- borgo di Zambujal, quartiere dove la vita dei gio- vani non è affatto tranquilla. Una volta arrivati, eravamo intimoriti: ci sembrava che Gesù non fosse presente in quei luoghi. E invece, vedere le persone che venivano alla messa ci ha fatto subito cambiare prospettiva. È proprio vero che «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20). Dopo la celebrazione, nel rivedere gli stessi volti intravisti poco prima, Lo abbiamo riconosciuto: il Signore risorto. Non esiste angolo sulla terra, persino un piccolo gra- nello di sabbia, in cui non esista la presenza di Dio. CONGEDO Da questa esperienza usciamo vittoriosi, consape- voli di poter diventare portatori del Suo amore, strumenti di pace e testimoni della Verità per le persone che incontriamo. Alla fine è venuto il momento dell’addio per por- tare nei nostri paesi, nelle nostre case, nelle no- stre famiglie e nel nostro vivere quotidiano i ger- mogli dell’amore e della condivisione fraterna che Maria ci ha insegnato a coltivare. Matteo Redaelli , Cam Bevera © Matteo Redaelli / Cristo Rei, Almada
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