Missioni Consolata - Ottobre 2017
Bosko, come mai, mentre tutti scappavano, tu hai deciso di andare a vivere nella parte musul- mana di quella città dilaniata dall’odio? Bosko : lo decisi per stare accanto a lei, la ragazza che amavo più della mia vita. Se me ne fossi andato anche io, non so se l’avrei ritrovata al mio ritorno, e chissà quando sarebbe avvenuto un ritorno. Tu serbo-bosniaco, tu bosniaca. Tu cristiano or- todosso, tu musulmana. Come vi siete cono- sciuti? Bosko e Admira: nella maniera più semplice, co- mune a tanti giovani del mondo, ovvero incontran- doci in un bar della nostra città. Tra una bibita e una chiacchierata avevano cominciato una relazione d’amore molto bella benché impossibile in un paese che cominciava ad essere percorso dall’odio etnico. Admira Ismic e Bosko Brkic entrarono per caso nella cronaca di quella sporca guerra che sconvolse l’ex Jugoslavia negli anni Novanta del secolo scorso per divenire i «Giulietta e Romeo di Sarajevo». Essi furono uccisi, mano nella mano, dai cecchini serbi nella «terra di nessuno» che separava la zona musulmana da quella serba nella capitale bosniaca. Era il 19 maggio 1993, la violenza durava già da un anno. Admira era musulmana, Bosko cristiano ortodosso. Entrambi venticinquenni, erano le- gati da un amore intenso e sincero da quando ne avevano diciassette, nonostante l’odio et- nico e confessionale presente in città. Dopo aver resistito diverso tempo, alla fine Admira e Bosko, che abitavano nella zona mu- sulmana insieme ai genitori di lei, avevano de- ciso di fuggire trasferendosi provvisoriamente nel sobborgo serbo di Grbavica, per salutare i genitori di Bosko e con l’intento di abbando- nare poi la Bosnia. I loro corpi abbracciati nei pressi del ponte di Vrbanja che unisce le sponde del torrente Miljacka, abbandonati al sole per otto giorni, perché non si riusciva a ottenere l’assenso dei belligeranti a un cessate il fuoco che ne con- sentisse il recupero, divennero il simbolo della tragedia bosniaca. Una volta recuperati dai serbi, i loro corpi fu- rono seppelliti sbrigativamente sulle colline. Soltanto tre anni dopo trovarono riposo fianco a fianco nel cimitero di Sarajevo. Proprio di fronte alle loro tombe, al di là del muro di cinta del camposanto, c’è il caffè dove i due si erano incontrati e avevano trascorso ore sognando un amore lontano dalle bombe e dall’odio. La loro storia continua a ricordarci come l’a- more sia più forte della morte. 28. Admira Ismic e Bosko Brkic Giulietta e Romeo di Sarajevo 4 chiacchiere con « i Perdenti» di Mario Bandera 70 MC OTTOBRE2017
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