Missioni Consolata - Ottobre 2017
OTTOBRE 2017 MC 67 litare della Cina al di fuori del pro- prio territorio. Per lo storico passo il gigante orientale ha scelto Gi- buti, piccolo paese del Corno d’A- frica affacciato sullo stretto che collega il Mar Rosso con il golfo di Aden e che già ospita le basi mili- tari di Italia, Stati Uniti, Francia e Giappone. È una base navale il cui scopo, a detta di Pechino, è quello di fornire supporto alle missioni umanitarie e di peacekeeping e di contribuire agli sforzi internazio- nali di lotta alla pirateria nella zona. Ospiterà, certo, dei militari e sarà utile per attività di coope- razione militare, esercitazioni congiunte, evacuazione e prote- zione di Cinesi all’estero. Ma, hanno insistito i media cinesi, la Cina non persegue espansionismo militare né si impegnerà in corse agli armamenti. Lo sviluppo mili- tare della Cina, taglia corto il Pla Daily , quotidiano delle forze ar- mate cinesi, mira a proteggerne la sicurezza, non a controllare il mondo. Le precisazioni sono una risposta agli altri attori internazionali come gli Stati Uniti - che hanno espresso preoccupazione per la mossa cinese - e l’India, altro gi- gante asiatico che rivaleggia con la Cina e che teme di esserne pian piano accerchiata. È, questa, la teoria del «filo di perle» che attri- buisce alla Cina la volontà di creare una serie di presenze nei punti chiave del percorso marit- timo immaginario che va dal terri- torio cinese alla città sudanese di Port Sudan, sul Mar Rosso, circon- dando, appunto, l’India. Ma anche prima di questo passo, il quale, al netto delle preoccupa- zioni di Usa e India, resta comun- que epocale, che la Cina avesse cambiato marcia era piuttosto chiaro. Lo scorso maggio c’è stato a Pechino il primo incontro di pre- sentazione dell’iniziativa Una cin- tura, Una strada ( One Belt, One Road , Obor), che prevede la rico- stituzione della via della seta. Anzi, delle vie della seta: quella terrestre, che interessa principal- mente Asia ed Europa, e quella marittima, che tocca anche l’A- frica orientale. Le manifestazioni di interesse da parte dei paesi po- tenzialmente coinvolti sono state tante, e tanti sono anche i dubbi sulla praticabilità e sostenibilità di un’opera così mastodontica. Intanto, però il lancio esplorativo del programma mette in una di- versa prospettiva due infrastrut- ture che in Africa sono state già realizzate. Se n’è parlato molto nell’ultimo anno: sono la ferrovia che collega il porto kenyano di Mombasa con la capitale Nairobi e quella che connette Gibuti alla capitale etiope Addis Abeba. La linea ferroviaria kenyana, ri- porta la Bbc, è stata inaugurata lo scorso maggio con diciotto mesi di anticipo, è lunga 470 chilometri ed è la prima fase di un più ampio progetto che prevede in Kenya un totale di 840 chilometri sino alla città frontaliera occidentale di Malaba. Costruita dall’azienda ci- nese China Road and Bridge Cor- poration (Crbc), ha avuto un costo di 3,8 miliardi di dollari finanziati all’85 per cento dalla Banca per MC R • Cina-Africa | Relazioni internazionali | Sviluppo | Neocolonialismo • • Il secondo evento - chiave, con- tinua Liu Youfa, è l’approvazione, il 25 ottobre 1971, della risolu- zione 2758 dell’Assemblea gene- rale Onu, che riconosceva la Re- pubblica Popolare Cinese di Mao Zedong - e non i rappresentanti di Chiang Kai-shek e di Taiwan - come governo legittimo della Cina e membro del Consiglio di Sicu- rezza. In quell’occasione, dei 76 voti a favore della Cina popolare 26 erano africani e Mao ebbe modo di commentare: «Sono i no- stri amici africani che ci hanno portato all’Onu». • Il terzo e ultimo passaggio fon- damentale è la creazione del Fo- rum sulla cooperazione sino-afri- cana (Focac) nel 2000, nell’ambito del quale i rapporti politici ed eco- nomici fra il regno di mezzo e il continente nero hanno preso una forma via via più strutturata. Quella dell’ultimo ventennio, dun- que, è un’esplosione economica che affonda le sue radici in un lungo lavoro diplomatico e strate- gico e che oggi sembra alle soglie di un ulteriore cambiamento. La base militare a Gibuti e le infrastrutture Il più recente e macroscopico se- gno di questo cambiamento è probabilmente l’apertura, lo scorso luglio, della prima base mi- Sopra a sinistra : la nuova ferrovia a scartamento regolare Mombasa-Nai- robi costruita dai cinesi; treno merci in partenza da Mombasa. | A sinistra : la vecchia ferrovia a scartamento ri- dotto costruita dagli inglesi alla fine del 1800, il treno passa nello slum di Kibera, Nairobi. # © H. Makori - The Seed /2004
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