Missioni Consolata - Ottobre 2017

Risponde don Paolo. Carissimo Domenico, il suo modo di pregare altro non è che l’Eucaristia: rin- graziare. È il vertice della preghiera cristiana. È ve- ro che noi non sappiamo pregare (lo dice san Pao- lo!), ma è anche vero che lo Spirito Santo agisce in noi «sia che dormiamo sia che vegliamo» (sempre lo stesso san Paolo!). Mi permetta un piccolo sug- gerimento: non si accani- sca più nel dedicare ore nell’interpretazione, si abbandoni soltanto, chiu- da gli occhi e dica con san Tommaso, l’apostolo biri- chino: «Mio Signore e mio Dio». Il resto è in più. Pre- gare non è consumarsi nella ricerca, ma nell’im- parare a «vedere Dio» con gli occhi del cuore. Lei è figlio, Dio Padre l’ama co- me è e non pretende nulla di più, perché lui è abitua- to a prendersi tutto con dolcezza e tenerezza: «Si- gnore, non ho niente da darti, solo me stesso, prendimi così perché ti cerco con la stessa sete della cerva. Mi basta sa- pere che tu ci sei. Grazie e buon giorno… buona not- te, Signore!». Un caro sa- luto affettuoso e grazie per la sua bella lettera. Don Paolo Farinella 11/08/2017 DI PECORELLE «BUONE» E ALTRO ANCORA Cari missionari, ho ricevuto il numero di giugno [di MC, ed è] stata una gradita sorpresa, [vedere che] avete preso sul serio certe argomen- tazioni che non sono solo mie. Vorrei fare però del- le precisazioni, [comin- ciando dal] titolo [per- ché] non intendevo di- scutere se siate o no ancora cattolici. Un giu- dizio temerario. Titolo. Io intendevo enfa- tizzare che la rivista si occupa sempre più di co- se collaterali. Le pagine dere fenomeni fraudo- lenti, e questo solita- mente nelle diocesi e ne- gli ordini religiosi non accade. Una gestione più traspa- rente dei beni mobili e immobili di proprietà sa- rebbe un valido antidoto. Se per esempio venisse rispettata la legge che impone di pubblicare i bi- lanci, e quindi rendere conto di come vengono amministrati i beni e quale provenienza abbia- no, sarebbe sicuramente più difficile per i malin- tenzionati, interni ed e- sterni agli enti, agire in modo fraudolento. La fondazione Missioni Consolata Onlus pubblica già da anni i bilanci, ma non evidenzia le pro- prietà e nulla viene ripor- tato riguardo il loro utiliz- zo, anche se nella stra- grande maggioranza dei casi queste informazioni non farebbero che au- mentare il grado di sod- disfazione in chi, ripo- nendo in voi fiducia, vi af- fida donazioni e lasciti. L’ente cui lei appartiene è già innovativo: è abitudi- ne infatti della maggior parte degli enti religiosi cattolici di nascondere o- gni dato relativo, nono- stante la Cei imponga da anni di redigere un bilan- cio anche alla più sper- duta parrocchia, fino a quando l’ennesimo scan- dalo li obbliga a difender- si da accuse fondate ur- lando al complotto. Gli amici protestanti su questo argomento sono avanti anni luce e vengo- no ripagati dall’opinione pubblica con un 8 per mille decuplicato rispetto al numero di fedeli. MC dovrebbe farsi promotore all’interno del mondo cattolico torinese, maga- ri in compagnia dei Ca- milliani che hanno recen- temente subito analoghe vicissitudini, di una cam- pagna perlomeno torine- se che invochi più traspa- renza nelle gestioni eco- nomiche. Sono sicuro che troverebbe numerosi compagni di viaggio. Con sincero affetto, Paolo Macina, Torino 04/07/2017 Caro Sig. Paolo, concordo pienamente con lei sulla necessità della trasparenza, anche se ri- tengo che per essere dav- vero tale debba essere molto di più che un fatto legale o di pubbliche rela- zioni. Trasparenza si spo- sa anzitutto con giustizia, con onestà, con gratuità, con servizio e, per noi missionari e religiosi, con povertà. Per una vera tra- sparenza non basta certo aumentare o inasprire le leggi (dello stato, con 75mila leggi e 160mila norme varie), i canoni (del diritto Canonico, 1.752) o le normative (delle Costi- tuzioni e Direttori di Dio- cesi e Istituti religiosi). È una realtà che abbiamo sperimentato anche du- rante il nostro recente Ca- pitolo generale: abbiamo una caterva di normative, documenti, direttorii, re- golamenti, ma senza una profonda conversione personale, una vera pas- sione per Gesù Cristo che diventa imitazione del suo stile di vita, tutto rischia di restare lettera morta. Grazie quindi della sua e- mail, che esprime una preoccupazione che va ben oltre la nostra piccola realtà e coinvolge tutta la Chiesa. Avevo preparato una lun- ga e articolata risposta, poi l’ho messa da parte perché troppo lunga per queste pagine. Ho fatto qualche ricerca e non mi risulta che esista una nor- mativa precisa che impo- ne agli enti religiosi di pubblicare i bilanci. Ci so- no però tre punti chiave che tutti i documenti della Chiesa sottolineano: tra- sparenza, legalità e chia- rezza. Fossero sempre applicati, avremmo risolto molti problemi. Concludo con una mia considerazione. Gesù dice che dobbiamo valutare «dai frutti». Noi missio- nari della Consolata, e tutti gli altri missionari, non siamo un’organizza- zione segreta di stampo mafioso o massonico, a- giamo (e facciamo anche sbagli) alla luce del sole. Giudicateci dalle nostre o- pere. In questi giorni di ferrago- sto abbiamo appena se- polto un missionario che in vita sua (50 anni di messa celebrati lo scorso anno) ha perso il conto di quanti milioni di lire (e forse di euro) ha maneg- giato per aiutare i poveri e dare la possibilità a tan- tissimi bambini (quanti? non credo abbia mai tenu- to il conto) di andare a scuola in Kenya, in Co- lombia e in Ecuador e co- struirsi così un futuro di- verso. Padre Giuseppe Ramponi è uno dei tanti Missionari della Consola- ta, l’810°, che ha dato tut- to per amore, anche se ha fatto i suoi sbagli. La sua ricchezza e la sua debo- lezza? L’amore per i bam- bini poveri dell’Ecuador per i quali «rompeva» tut- ti, affidati ora al buon cuo- re dei suoi tanti amici. PREGHIERA PER RINGRAZIARE Egregio sacerdote don Paolo Farinella, sono particolarmente in- teressato alla sua rubri- ca «Non sappiamo pre- gare». Ogni sera dedico ore cercando di interpre- tare per un rinnovo della mia coscienza, un modo nuovo per ringraziare il Signore per quanto mi ha concesso nell’arco della mia vita: 83 anni. Pur- troppo debbo rinunciare a malincuore, causa la mia scarsa preparazione teologica. Sono credente e praticante, apro e chiu- do la giornata ringra- ziando il Signore, come mi ha insegnato la mia cara mamma. Le chiedo umilmente scusa per quanto espresso. Domenico Musso Rivoli, 20/07/2017 6 MC OTTOBRE2017 redazione@rivistamissioniconsolata.it mcredazioneweb@gmail.com Cari mission@ri

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