Missioni Consolata - Ottobre 2017
OTTOBRE2017 MC 59 moschee, le scuole coraniche e i centri islamici dove viene diffusa la dottrina neo salafita. Interi quartieri della città, ma anche di Londra e di altre aree della Gran Bretagna, sono state trasformate in ghetti di cittadini musulmani provenienti da paesi, culture e tradizioni totalmente diverse e spesso «nemiche» tra loro, che vanno ad aumentare la tensione sociale. Manchester, il «melting pot» e il suo fallimento Se è vero che barba e abito non fanno il monaco, è anche vero che la concentrazione di persone con stili e visioni della vita, dei rapporti umani e sociali total- mente e intenzionalmente alieni rispetto a quelli della società ospite, può essere un vero az- zardo. È permettere uno stato nello stato. Una realtà parallela. E in questa città, perlomeno in certe zone, è ciò che si percepisce in modo molto forte: il fallimento del melting pot (da non confon- dersi con l’assimilazione, retaggio coloniale francese) e della cittadi- nanza paritetica, dove il cittadino immigrato o di seconda-terza ge- nerazione viene integrato nel tes- suto sociale, relazionale e lavora- tivo del luogo di residenza, pur mantenendo radici religiose e cul- turali proprie. Girando per queste aree di Man- chester ho la sensazione che ci sia una bomba ad orologeria pronta a esplodere alla prima occasione, innescata da un forte detonatore sociale e politico fatto di rabbie represse (per le politiche coloniali passate e neo coloniali presenti della Gran Bretagna in molti dei paesi di provenienza dei cittadini immigrati), di fallimenti esisten- ziali e sociali, di debolezze umane, a cui si aggiunge il fenomeno so- cio-politico dei cosiddetti «jihadi- sti» che ritornano da fronti bellici, ad esempio di Libia e Siria. Si tratta di cittadini britannici, bri- tannico-arabi o arabi che in Libia hanno collaborato anche con le forze Nato e occidental-arabe, o che sono passati dai campi di ad- destramento di al-Qa’ida e del Daesh, dove hanno appreso tec- niche della guerriglia urbana, della dissimulazione tra la folla di inermi cittadini, della costruzione di ordigni e altro ancora, pronti all’azione in Europa, in Nordafrica o Medioriente. A Manchester, come in altre città britanniche, è facile, infatti, in- contrare giovani e adulti di varie origini geografiche uniti da quella dottrina politica radicale che è stata sostenuta, armata, finan- ziata dall’Occidente e da certi paesi del Golfo, Arabia Saudita in primis. Spesso si tratta di giovani esaltati, depressi, borderline , mal integrati oppure cittadini e stu- denti di classe media, ma con pro- blemi di inserimento sociale. Ne parla diffusamente una ricerca di un gruppo di psichiatri, sociologi, antropologi e giuristi francesi 2 . Ciò che accomuna tutti, spesso, è la rabbia per l’ingiustizia, il falli- mento sociale, cui si aggiungono il vuoto esistenziale, la fragilità o in- stabilità psicologica. Su questi in- dividui fanno particolare presa i predicatori radicali, che li indottri- nano in centri islamici o, sempre più spesso, via web. Le prediche infuocate (non molto diverse nei modi da quelle di certi evangelici in America Latina) canalizzano la loro collera e delusione, dirigen- dola verso obiettivi politici e con- creti, dando un senso di missione e dunque di scopo nella vita 3 . Le testimonianze che raccolgo du- rante il mio soggiorno a Manche- ster vanno in questa direzione, anche se i miei intervistati non sono giovani che hanno com- messo atti di terrorismo in Eu- ropa. Riscoperta della fede islamica e «rinascita» Yusuf è un ragazzo simpatico, sembra più giovane dei suoi 23 Qui a lato : un mare di fiori copre Albert Square, la piazza centrale di Manchester, pochi giorni dopo l’attentato islamista che ha fatto 22 morti. Alcuni mesi dopo - il 17 agosto 2017 - c’è stato l’attentato di Barcellona che ha fatto 16 morti. # MC A • Islam | Teologia | Isis | Terrorismo •
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