Missioni Consolata - Ottobre 2017

tutte le giuste condizioni di vita nei luoghi d’origine. Tuttavia il si- stema capitalista ha fatto a pezzi le condizioni di vita nei paesi d’ori- gine dei migranti: per la violenza, per la mancanza di lavoro, per l’as- senza di una possibilità di sviluppo per i giovani. I movimenti migratori sono sem- pre esistiti. Però è la prima volta nella storia dell’umanità che le mi- grazioni sono dal Sud al Nord. Sto- ricamente sono sempre state al- l’opposto: dal Nord al Sud». In tutto il mondo le migrazioni e i migranti sono il problema del secolo. Cosa si può fare, padre? «Se siamo d’accordo che il pro- blema è strutturale, cioè che na- sce dal sistema liberal-capitalista, allora l’unica soluzione è cambiare il modello. Di sicuro non si può continuare così. Non è possibile avere il 99 per cento della popolazione mondiale che vive con le briciole lasciate ca- dere dall’1 per cento della popola- zione». Da chi vengono le minacce Lei usa sempre parole molto forti, senza edulcorare le situa- zioni. «Uso parole molto forti perché la realtà è molto forte. Occorre dire le cose chiaramente». Ha paura per la sua vita? «Io ho paura per il Messico. In questo momento abbiamo vari go- vernatori nelle carceri, altri espa- triati. Non uno. Tanti. (Erano 16 ad aprile 2017 su un totale di 32, ndr )». Però ha subito minacce ed ag- gressioni fisiche. «Preso a botte, certo. Ma anche incarcerato due volte. Il 24 giugno del 2008 tentarono di bruciare me e il rifugio. In un’altra occasione il sindaco e la giunta municipale mi chiusero dentro per 7 ore dicendo: “Tu da qui non esci OTTOBRE2017 MC 55 Anche Enrique Peña Nieto, il presidente del suo paese? «Quel signore è il più corrotto. In questo momento ha un grado d’accettazione da parte della po- polazione messicana del 9 per cento! È un ripudiato». Che pensa di Donald Trump, presidente del paese che è nei sogni dei migranti? «Trump è un pover’uomo. L’unica cosa che ha è il denaro. Ha vissuto per accumulare denaro ma non potrà portarlo con sé». Viaggiare sulla «Bestia» Da noi ci sono le carrette del mare o i gommoni, da voi c’è La Bestia. «Hanno cominciato a chiamarla La Bestia perché è un treno merci ( de carga ), non deputato a traspor- tare persone. Per questo i mi- granti viaggiano sul tetto o negli angusti spazi tra i vagoni. Per 12- 13-14 ore. Possono capitare molti incidenti, soprattutto se le persone si addor- mentano. O quando salgono gli uomini del crimine organizzato che li buttano giù se non pagano. Il treno parte dal Sud, dal Chiapas, circa un’ora dal Guatemala. Ha dif- ferenti ramificazioni (cartina a pa- gina 54, ndr ) e può arrivare fino a Mexicali o Ciudad Juarez, al con- fine con gli Stati Uniti». I messicani negli Usa Anche lei frequenta il (pre- sunto) paradiso statunitense? «Sì, viaggio negli Stati Uniti 4-5 volte all’anno. Per incontrare gruppi di emigrati, per capire come sta andando o cosa pos- siamo fare per i loro diritti. Sono oltre 34 milioni i messicani che vi- vono là legalmente. E 6 milioni che non hanno documenti. Tutti costoro inviano denaro in Messico. L’ultima cifra parla di 27.000 milioni di dollari in un anno. Per questo dico che, dopo il narcotraffico, le rimesse sono l’en- trata maggiore per il paese». Il diritto a emigrare e il mo- dello capitalistico Padre, in Italia e in Europa si li- tiga sui migranti che dovreb- bero essere accolti e quelli che andrebbero respinti. Secondo lei, esiste un «diritto a emi- grare»? «Io credo che ci sia un diritto a non emigrare quando ci siano MC A A sinistra : i diversi tragitti messicani de «la Bestia», i treni merci su cui salgono i migranti per raggiungere il confine con gli Stati Uniti. Pagina precedente : una volontaria del gruppo de «las Patronas» offre sacchetti di cibo ai migranti saliti su «la Bestia». # • Migrazioni | Diritti umani | Confini | Criminalità | Corruzione •

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