Missioni Consolata - Ottobre 2017
MESSICO applauso. Sì, è un modo per rico- noscere che il loro cammino è cor- retto. E che siamo fratelli nella fede. Poi faccio lo stesso con i cattolici. Infine, dico: “Alzi la mano chi non ha nessuna chiesa o religione”. E anche qui molti alzano la mano. Poi chiedo cosa è accaduto du- rante il viaggio. Mi faccio dire se già hanno presentato la propria denuncia o ancora no». A che denuncia si riferisce? «La legge dice che se un migrante è stato vittima di un delitto, deve avere un visto umanitario. Identi- camente se nel suo paese è perse- guitato o se il suo paese è luogo di violenza. Il nostro ufficio di registrazione va- luta la condizione giuridica di ogni persona che arriva. E prima ancora la sua condizione psicofisica: se una persona ha bisogno di cure, viene mandata in infermeria. Se presenta problemi emozionali per ciò che ha passato, viene mandata dal gruppo degli psicologi». A parte lei, quante sono le per- sone che fanno funzionare l’Al- bergue? «Abbiamo uno staff di otto per- sone stabili. Però siamo aiutati da numerosi volontari che proven- gono da tutto il mondo. Addirit- tura dalla Cina e dall’Australia. E moltissime persone che arrivano dall’Europa». Narcos e migranti Quando e perché i cartelli della droga - i cosiddetti narcos - hanno iniziato a interessarsi ai migranti? «Tutto è cominciato con Felipe Calderón, il precedente presi- dente, che fece una guerra insen- sata (e perdente) al narcotraffico (121 mila morti e 26 mila scom- parsi tra il 2006 e il 2012, ndr ). Questa guerra provocò la decapi- tazione di alcuni cartelli e una spo- liazione di altri, tra cui los Zetas . Questi ultimi rimasero senza li- quidi per pagare la droga. La droga non si può pagare a credito: va pa- gata immediatamente. Dunque, los Zetas pensarono di ricavare de- naro dai migranti. Sapevano che essi non posseggono nulla, ma hanno amici e familiari negli Stati Uniti. Cominciarono dunque a se- questrarli e a chiedere un riscatto. In pochi mesi riuscirono a estor- cere milioni di dollari. Oltre al riscatto, capirono presto che dai migranti si poteva otte- nere di più: con la prostituzione, lo sfruttamento del lavoro, il traffico di organi». Quanti cartelli sono coinvolti? «Principalmente los Zetas e in mi- sura minore il cartello del Golfo. Gli altri non si sa, ma certamente non trafficano con i migranti in maniera sistematica». Autorità criminali E le autorità messicane che fanno? «Sono parte del business. Chiaro! Gli agenti di migrazione, i poli- ziotti, i politici di qualsiasi livello sono complici, soprattutto nel caso dei migranti. Sanno che è una fonte di denaro facile e molto grande. Io sono solito definire il mio governo come una “narco- cleptocrazia”. I narcos hanno infil- trato tutte le istituzioni messicane. È raro - io non ne ho mai cono- sciuti - trovare un politico o un funzionario che non rubi».
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