Missioni Consolata - Ottobre 2017
il plutonio-239, elemento base per la costruzione di bombe nucleari. L’ultimo periodo di attività del la- boratorio risale all’estate 2016 e ad ogni ciclo si pro- durrebbero tra i 5,5 e gli 8 kg di plutonio, sufficienti per 2,5 bombe. Poco distante il famoso impianto di arricchimento di uranio, avviato con l’aiuto di Abdul Qadeer Khan, padre della bomba nucleare pakistana, nel settem- bre 2009, solo cinque mesi dopo l’espulsione dei tecnici stranieri. Dal 2013 la potenza dell’impianto è stata raddoppiata ed oggi si stima che sia in grado di produrre uranio Wgu ( Weapon Grade Uranium ) necessario per la produzione di bombe nucleari a nucleo composito, molto più leggere rispetto a quelle tradizionali. Estrapolando i dati sopracitati è possibile fare una stima dell’arsenale nucleare in possesso dalla Corea del Nord: il paese sarebbe in grado di produrre tra le 3 e le 5 bombe nucleari ogni anno, avrebbe separato circa 33 kg di pluto- nio-239 e prodotto 175-645 kg di uranio Wgu (175 kg con 2.000 centrifughe; 645 con 4.000 centrifughe). Questi numeri portano ad una cifra di 13-30 bombe nucleari a disposizione del paese a cui si devono de- trarre le bombe utilizzate nei cinque test sino ad oggi svolti (agosto 2017). La situazione sanitaria «Sappiamo che all’estero si domandano se sia giu- sto spendere soldi per il programma nucleare, mentre il popolo langue in un paese che fatica a ri- trovare il benessere economico raggiunto negli anni Sessanta e Settanta», azzarda un fisico che la- vora a Yongbyon mentre ci salutiamo. «Il fatto è che la Dprk è stata costretta a optare per la ricerca nucleare per proteggere il suo stesso popolo dalla prepotenza degli Stati Uniti». La frase del fisico nordcoreano mi torna in mente quando in seguito visito alcuni ospedali lontani dalle case di cura mo- dello che vengono propinate alle delegazioni in vi- sita. «La condizione sanitaria è problematica nei centri più isolati e nelle province più povere, dove non arrivano gli aiuti internazionali, le Ong hanno difficoltà a operare dove il sistema di assistenza so- ciale del governo è assente», mi dice un operatore 46 MC OTTOBRE2017 D Piovono... «bufale» P eriodicamente i media internazionali ripor- tano con molta enfasi notizie riguardanti bru- tali o «curiose» epurazioni in Corea del Nord. Spesso, anche se non sempre, queste informazioni si rivelano essere delle «bufale» o, nel migliore dei casi, delle esagerazioni. Perché queste notizie riescono a farsi largo nei me- dia internazionali? Generalmente gli articoli sono riadattamenti di pezzi originali pubblicati sulla stampa sudcoreana che, anche se non ancora con- fermati, trovano ampio seguito in tutto il mondo. La principale ragione per cui queste bufale vengono pubblicate - anche da parte di quelle redazioni che ancora controllano attentamente la veridicità delle notizie - verte sulla quasi totale mancanza di cono- scenza del paese Corea del Nord. Un’altra ragione può essere trovata in una precisa volontà da parte dell’editore e della direzione, di dare in pasto ai lettori notizie sensazionalistiche. Pochi giornalisti spendono il loro tempo a verificare e ad avere conferme delle notizie: essere i primi a dare l’informazione è ora più importante che appu- rarne la veridicità. Anche la necessità politica di mostrare alcune na- zioni, come, appunto, la Corea del Nord, in modo negativo così da rispecchiare il facile stereotipo del folle tiranno, del popolo affamato, di una società crudele e cinica, rientra nei motivi di questo tipo di divulgazioni. È, infine, molto più difficile (e destabilizzante) pre- sentare ai propri lettori una visione reale della Co- rea del Nord (molto differente dagli stereotipi gene- ralmente utilizzati) piuttosto che continuare a scri- vere di un paese che il lettore comune vuole sentirsi raccontare. Quasi tutti i media che pubblicano notizie in seguito rivelatesi false, non fanno alcuna ammenda. E que- sto non solo perché perderebbero credibilità verso i loro aficionados , ma principalmente perché ai let- tori stessi non interessano le rettifiche. Semplice- mente non le leggono o non credono ad esse. Di seguito alcune tra le più famose bufale riguar- danti esecuzioni di nordcoreani che, al tempo della loro diffusione, hanno suscitato scalpore e che sono state utilizzate per biasimare il governo di Pyong- yang. Da notare che quasi nessun giornale, Tv, ra- dio, sito di informazione ha pubblicato una rettifica dopo che queste notizie sono state dichiarate uffi- cialmente false.
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