Missioni Consolata - Ottobre 2017
38 MC OTTOBRE2017 D I primi cenni storici riguardanti Dangun risalgono al XIII secolo d.C.. Egli è il leggendario fondatore del primo regno coreano nel 2333 a.C., un personag- gio sospeso tra mito e realtà che Kim Il Sung ha vo- luto storicizzare e prendere come pietra miliare per rafforzare la successione di Kim Jong Il, meno carismatico del padre, facendolo nascere ai piedi del monte Paektu, il «sacro luogo della rivoluzione coreana dove il giovane generale Kim Il Sung creò la guerriglia antigiapponese». In Corea del Nord epopee, leggende, miti, fatti sto- rici si intrecciano tra loro in un groviglio inestrica- bile alimentando molta letteratura fantasiosa che circonda il paese asiatico e di cui un certo tipo di giornalismo poco serio, alla ricerca di facili scoop e di likes sui social network, si è ormai appropriato. Leggende metropolitane e bufale sulla Corea del Nord se ne contano a decine. Anche le redazioni delle testate più quotate e popolari troppo spesso preferiscono sorvolare sulla verifica delle fonti e sulla veridicità delle notizie per conquistare la loro fetta di lettori (e di pubblicità). Certamente parlare con cognizione di Corea del Nord, un paese difficile (ma non impossibile) da vi- sitare ed in cui è complicato (ma non impossibile) separare la propaganda dalla realtà, non è facile. Per questo molti si accontentano di riportare come veri fatti ripresi da testate satiriche o semplice- mente da siti poco attendibili ( riquadro a pag. 46) . I «signori dei soldi» e il mercato immobiliare Varcare a Nord il 38° parallelo non è, come preten- dono molti, un viaggio a ritroso nel tempo: la Corea del Nord, in particolare dopo che, nel 2011, Kim Jong Un è succeduto a Kim Jong Il, è una nazione in continua trasformazione economica, sociale e, seppur in modo meno evidente, politica. L’attuale giovane leader nordcoreano ha dimo- strato di credere nel mercato rivoluzionando un go- verno gerontocratico e anchilosato dai militari, mettendo al loro posto tecnocrati ed economisti. Ed i risultati si vedono, a cominciare dalle città che in questi ultimi anni sono state oggetto di un dra- stico riassetto urbanistico caratterizzato da un boom immobiliare. Strano a dirsi, in un regime a mercato socialista, la compravendita di immobili è oggi uno dei maggiori giri d’affari del paese tanto che a Pyongyang (ma non solo) c’è un nuovo quar- tiere residenziale i cui prezzi sono schizzati tal- mente alle stelle che viene spesso soprannominato Pyonghattan. Qui, lungo la Changjon Street, joint venture sino-nordcoreane hanno costruito apparta- menti utilizzando strutture moderne, nuovi mate- riali, nuovi spazi che dovranno essere riprodotti ne- gli altri centri urbani del paese. Case insonorizzate, vetrate più ampie per dare luminosità alle stanze, colori vivaci, coibentazione per risparmio energe- tico: sono le residenze dei donju , letteralmente «i si- gnori dei soldi», i nuovi ricchi della Corea del Nord, coloro che, grazie a conoscenze o parentele all’e- stero, sono riusciti, durante gli anni Novanta e la prima decade del Duemila, a creare redditizie atti- vità commerciali (si stima che i soli 10.000 nordco- reani che lavorano in Sud Corea inviino al Nord circa 10-15 milioni di dollari annui) 1 . «I donju occupano quelle posizioni imprenditoriali e economiche che il governo, per mancanza di fondi o di inventiva, non riesce a colmare», spiega Kang Go-eun, professoressa di Economia alla Pyongyang University of Science and Technology (Pust), l’unica università privata della Corea del Nord, creata e fi- nanziata dalla Chiesa cristiana evangelica sudco- reana ed in cui, durante l’anno scolastico, una ses- santina di professori provenienti da Cina, Stati Uniti, Canada, Corea del Sud e Gran Bretagna, si alternano a insegnare a una élite di 500 studenti le basi dell’economia di mercato. Nelle aule della Pust, ma anche in alcuni corsi della più famosa univer- sità del paese, la Kim Il Sung University, si sta for- mando la futura classe economica della Corea del Nord, che si avvia sempre più verso un’economia di mercato. È in questo nuovo contesto sociale che avvengono le cospicue transazioni immobiliari nordcoreane; mediatori contattano funzionari dei vari Diparti- menti regionali di assegnazione degli alloggi i quali, con una «commissione» che va dal 10 al 30%, riser- vano a chi ne fa richiesta i migliori appartamenti. Un affare da trilioni di won, vista la crescita espo- nenziale avuta negli ultimi anni dei prezzi degli im- mobili dal 2004 a oggi. Un appartamento di 100 metri quadrati sulla Changjon situato sui «piani reali» (fino al terzo o quarto piano di un edificio e così chiamati perché più accessibili senza l’ausilio di ascensori spesso fermi per mancanza di energia elettrica), può costare l’equivalente di 170.000 euro. In centro a Pyongyang i prezzi medi si aggirano sui 1.000 euro al metro quadrato, mentre a Chongjin, una città in piena fase di sviluppo sulla costa set- © David Stanley, 2010 Qui sopra : prodotti di una cooperativa contadina nei pressi di Won- san, città portuale sul Mar del Giappone. Pagina accanto : bambini in posa davanti alla gigantesca statua di Kim Il Sung (oggi affiancata da quella di Kim Jong Il). D
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=