Missioni Consolata - Ottobre 2017
20 MC OTTOBRE2017 la sorpresa dell’ovvio Dal risultato dei lavori dei gruppi continentali, senza bisogno di particolari discussioni, sono emerse - in parte sorprendendo i capitolari stessi - alcune conver- genze importanti. • Il primo punto di convergenza è stato il ridirsi con forza l’urgenza che ogni missionario ha di ricen- trare la sua vita in Gesù Cristo come fonte e ragione dell’essere discepoli-missionari. L’unanimità riscontrata su questo punto è stata motivo di gioia per tutti. Si è vista in essa la mano dello Spirito e la benedizione del nostro beato Fondatore, che ci ha ripetuto «Prima santi poi missionari». Apparentemente si è detta una cosa ovvia. Eppure la conver- genza spontanea su questo punto così semplice ed essenziale ha sorpreso tutti, perché tutti - con- vinti come siamo di risolvere i problemi con nuove leggi - ci aspettavamo di sentire tante ri- cette e strategie diverse: più anni di formazione, più studio, più specializzazioni, più mezzi, più in- ternet, più regole, più questo e più quello. Invece ci siamo trovati concordi nel ripartire da quello che è fondamentale: Gesù Cristo. •• Il secondo elemento di gioia è stato la convergenza immediata sul tema della comunità. Bello l’invito a ritrovare la gioia e il gu- sto della vita comunitaria , dello spirito di famiglia e del senso di appartenenza all’Istituto, met- tendo in evidenza la bellezza della testimonianza di comunità interculturali con missionari pro- venienti da nazioni e culture molto diverse. ••• Una terza convergenza che ha sorpreso e ha dato gioia è av- venuta al momento di scegliere il tipo di organizzazione continen- tale desiderato. Sul tavolo c’e- rano diverse proposte, più o meno innovative, più o meno complicate. Senza particolari di- scussioni tutti i gruppi hanno con- fermato la validità dell’attuale modello di governo: superiore ge- nerale, vice e tre consiglieri, uno per continente. Questo si è poi ri- flesso nell’elezione della nuova direzione generale avvenuta con poche votazioni in meno della metà del tempo previsto. Il capitolo è finito ... Il racconto della seconda parte del capitolo è più un verbale che un «reportage». In realtà non c’è stato niente di speciale nelle lun- ghe sedute, nei lavori di gruppo, nei momenti di preghiera co- mune, nel paziente lavoro della segreteria che ha fatto miracoli armonizzando testi in italiano, in- glese, portoghese e spagnolo. Già, perché nonostante la lingua ufficiale fosse l’italiano, quando qualcuno voleva esprimere un concetto senza essere frainteso, lo faceva nella sua lingua (fortu- natamente non in quella ma- terna, perché allora ci sarebbe proprio stato da divertirsi). Concludo questa storia con tre foto. La foto 12 , nella quale padre Ste- fano Camerlengo, superiore ge- nerale riconfermato, pone la pa- rola «fine» al capitolo firman- done gli atti. La foto 13 , che vuole essere un grazie al personale della casa ge- neralizia di Roma (insieme ai pa- dri D. Pendawazima, ex vice gene- rale, e R. Marcolongo, superiore della casa) per il loro eccellente e umile servizio ai capitolari. L’ultima, la 14 a , ricorda un mo- mento della messa conclusiva, ce- lebrata il 20 giugno nel seminario di Bravetta, a Roma, in onore della nostra «fondatrice», la Ver- gine e Madre Consolata. È il mo- mento della gioia e del ringrazia- mento con le parole del Magnifi- cat , il cantico di Maria. Ed è stata danza, in puro stile africano. Gigi Anataloni ItalIa 13 12 14
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