Missioni Consolata - Ottobre 2017
16 MC OTTOBRE2017 ITALIA Foto 2 e 3: Jaime Patias Dove Un continente che pur occupando solo il 30% delle terre emerse, ha oltre il 60% di tutta l’uma- nità. È il luogo di nascita di tutte quelle che sono chiamate le «religioni del libro»: Giudaismo, Cri- stianesimo e Islam, tutte sono nate nel Medio- riente. Induismo, Buddismo, Giainismo, Sikhismo provengono dall’Asia del Sud; Confucianesimo, Taoismo e Shintoismo nell’Asia dell’Est. In questa realtà i Cristiani sono solo l’8,4% della popola- zione totale ( foto 2). Le sfide In questa situazione la Chiesa cattolica deve af- frontare delle serie sfide: • ha ancora bisogno di inculturarsi; • è una comunità in minoranza; • non è autosufficiente e dipende dal sostegno delle altre chiese; • è una chiesa dove prevale l’impegno sociale; • opera in paesi dove la libertà religiosa è ne- gata o strettamente controllata; • è in dialogo con le altre religioni. I missionari della Consolata Sono arrivati nel continente solo nel 1988 con la prima apertura in Corea del Sud; nel 2003 insieme alle missionarie della Consolata sono andati in Mongolia e nel 2014 a Taiwan. Organizzati in realtà giuridica unitaria dal 21 marzo 2016, con l’etiope padre Defar Tam- rat come superiore ( foto 3), i 19 missionari (11 in Corea in 3 comunità, 4 in Mongolia a Ulanbaatar e Arvaiheer e 4 in Taiwan nella nuova parrocchia del Sacro Cuore a Hsinchu - vedi pag 21 ) vivono la loro pre- senza in Asia con coraggio e tanta speranza. Priorità ben chiare Sono il gruppo di missionari tra i più giovani dell’I- stituto, con 42 anni di età media (38 in Sud Africa e 68 in Italia); sono una comunità multiculturale con asiatici, africani, latino americani ed europei uniti nell’unico scopo di testimoniare e annun- ciare Gesù a chi non lo conosce. Per fare questo sono impegnati nel dialogo interreligioso e con le culture; sono una presenza di consolazione ( foto 4, la Consolata dipinta con il linguaggio simbolico e i colori della Corea) in mezzo ai giovani, agli im- migrati e agli emarginati. La loro forza è essere comunità vive, fraterne e multiculturali, che sono in comunione e collabo- rano con la Chiesa locale, con altre forze missiona- rie, con le missionarie della Consolata e i laici cri- stiani del posto. Una speranza e un desiderio La speranza: raddoppiare quanto prima il numero dei missionari presenti a Taiwan e poi anche in Mongolia. Un desiderio: stabilire presto an- che un piccolo centro di for- mazione teologica per i nuovi missionari per dare loro la possibilità di iniziare da gio- vani a imparare le lingue (che richiedono diversi anni di stu- dio) e le culture locali. 2 4 3 Asia: piccolo gruppo, grandi speranze
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