Missioni Consolata - Giugno 2017
GIUGNO2017 MC 75 S criveva uno dei biografi dell’Allamano, nostro Fondatore: «Se alla morte si fosse aperto il suo cuore, vi si sarebbero trovate incise due parole, Consolata e Missioni», i suoi grandi amori, come i due polmoni che diedero il respiro all’intera sua esistenza. Dando inizio a due famiglie missiona- rie, il Fondatore volle che fos- sero plasmate dall’impronta di Colei che lui chiamava, con af- fetto filiale, la «cara» Consolata e di cui si definiva il segretario, «il tesoriere». Non è possibile, allora, parlare dell’Allamano, capirne la spiritualità, stupirsi della sua intensa attività, senza tenere conto della Madonna che per lui era semplice- mente… la Consolata. Parlando un giorno ai suoi missionari, gli scappò di dire: «Che vo- lete… È una devozione che va al cuore. Se do- vessi fare la storia delle consolazioni ricevute dalla Madonna in questi quarant’anni che sono al santuario, direi che sono quarant’anni di consolazione». La Consolata fu dunque per lui una presenza dolce e materna che l’accompagnò in tutti i momenti della sua vita: mentre si preparava a diventare sacerdote e perse la sua amatis- sima mamma; negli anni in cui fu rettore del più famoso santuario di Torino; ma soprat- tutto quando, aprendo la sua chiesa locale alla Missione in Africa, diede ai suoi figli e fi- glie, come obiettivo di vita quello di diffon- dere «la gloria di Maria alle genti», questa donna eccezio- nale, diventata per l’occa- sione anche «fondatrice»: «Non è infatti la SS. Vergine, sotto questo titolo, la nostra Madre e non siamo noi i suoi figli? Sì, nostra Madre teneris- sima, che ci ama come la pu- pilla dei suoi occhi, che ideò il nostro Istituto, lo sostenne in tutti questi anni… La vera Fondatrice è la Madonna!». La Consolata, da lui amata, invocata e annunciata, oltre che modello di vita consacrata per la Mis- sione, diventò così Consolatrice, la Madonna missionaria che, con lo slancio dei discepoli missionari, donne e uomini di Vangelo, cam- mina sui sentieri dei continenti, visita le case dei poveri, entra nel cuore dei popoli come segno di speranza e di consolazione. E fu con il suo nome sulle labbra e nel cuore che i missionari aprirono nel Kikuyu (Kenya) il primo campo di apostolato dell’Istituto; fu alla Consolata che dedicarono la prima sta- zione di Tusu a cui si aggiunsero tutte le al- tre e che il Fondatore volle fossero dedicate alla Madonna. Con questa «impronta mariana», voluta e vis- suta dal loro Fondatore, anche oggi i missio- nari e le missionarie della Consolata non si stancano di annunciare Gesù, figlio di Maria e vera consolazione del mondo. P. Giacomo Mazzotti A cura di Sergio Frassetto L’IMPRONTA DI MARIA «Per voi, quando si parla della Madonna, si sottintende sempre la Consolata». (G. Allamano) CONSOLATA Oggi ch’è la tua festa ti voglio parlare dei tuoi missionari. Portan nel mondo il tuo nome, la Luce che nel tuo grembo s’accese. Certo, tutti li conosci a uno - a uno. Ti prego: fa’ loro sentire, oggi (non lo scorderanno mai più) il brivido di una tua carezza vera. P. Ugo Viglino
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