Missioni Consolata - Giugno 2017

È quello che pensano anche le missionarie della Consolata, suor Severa Riva e Ivaní de Morais che hanno preso un appartamento non molto distante da quello dei missionari condividendo lo stesso spirito. Il multiculturalismo di Zambujal Nonostante il loro impegno, i mis- sionari riescono ad avere contatti regolari solo con una piccola parte della popolazione di Zam- bujal. È una realtà molto difficile, resa ancora più complicata dalle divisioni etniche del quartiere. Gli abitanti sono, infatti, divisi in tre grandi gruppi, con innumerevoli sottogruppi. Ci sono i portoghesi nativi del posto, poi gli immigrati che parlano portoghese e proven- gono dalle ex colonie (soprattutto da Capo Verde) e infine i Rom. Ognuno dei gruppi tende a non mescolarsi con gli altri e fare vita a sé. Normalmente la convivenza, pur difficile, è pacifica, ma ogni tanto si carica di tensione e vio- lenza. I pesanti cancelli davanti alle porte di ingresso degli appar- tamenti, ne sono un segno. Virtualmente tutti gli apparta- menti di Zambujal ricadono sotto la categoria del social housing (come le nostre case popolari, ndr ). Infatti furono costruiti dal go- verno negli anni ’60 e ’70 per ac- cogliere i molti portoghesi che scappavano dalle ex colonie man mano che queste recuperavano l’indipendenza, non senza guerre e violenze, abbandonando i loro possedimenti oltremare. Il pro- cesso di decolonizzazione dei ter- ritori oltremare - da Capo Verde all’Angola al Mozambico in Africa, da Timor Est a Goa a Macao in Asia - causò un grande afflusso nel paese di ex coloni portoghesi e di immigranti di ogni gruppo et- nico. Quello portoghese è stato il più longevo tra gli imperi coloniali europei e uno dei più estesi, co- minciato con la conquista di Ceuta in Marocco nel 1415, e continuato con la conquista e co- lonizzazione di parte dell’Africa, del Brasile e dell’Asia. Il processo di decolonizzazione, partito dal 1822, con la perdita del Brasile, proseguito negli anni ’60 e ’70 del Novecento con l’indipendenza delle colonie africane, si è con- cluso all’inizio del nuovo millen- nio, con il trasferimento di Macao alla Cina nel 1999 e la conces- sione della sovranità a Timor Est nel 2002. Più di cinquanta stati possono oggi rintracciare le loro origini nell’impero portoghese. Per molti portoghesi che sono MC A • Missione nuova | Periferie | Migranti | Accoglienza • stati obbligati a lasciare le antiche colonie, il Portogallo era in realtà una terra straniera. La gran parte di loro, come i loro padri e i loro nonni, erano nati e cresciuti nei territori d’oltremare. Pur par- lando portoghese erano degli stranieri e per molti di loro l’inte- grazione nella società nazionale è stata molto difficile. Al numero di questi forestieri si è poi aggiunta la grande quantità di migranti provenienti da quelle stesse ex colonie. I due gruppi vengono spesso uniti sotto l’unica defini- zione di Palops (gente prove- niente da Países Africanos de Lín- gua Oficial Portuguesa ): proprio per loro il governo ha costruito quartieri come Zambujal. Le iniziative di aggregazione Scendiamo con i padri Albino e Matías le sei rampe di scale che portano dal loro piccolo apparta- mento al marciapiede sulla strada principale del quartiere. Giriamo a sinistra e, dopo pochi passi, at- traversiamo un’ampia porta di ferro e vetri. Entriamo nel Centro de Consolação e Vida. Da qui par- tono tutte le attività dei missio- nari. Una vivacissima ed energica suor Ivaní ci fa da guida. Oltrepassato l’ampio corridoio che fa da ingresso, nel quale si apre una stanzetta che serve da GIUGNO2017 MC 65

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