Missioni Consolata - Giugno 2017

chnology and Food Security alla Cnn. «La copertura forestale è stata ridotta terribilmente [per fare spazio a strade, linee di tra- smissione e altre infrastrutture per le dighe], c’è una considere- vole attività mineraria nella re- gione [soprattutto di estrazione di sabbie per cemento], e le strade sono costruite senza un piano ragionato. In più, i grandi progetti idroelettrici in varie fasi di costruzione sono nell’ordine delle centinaia, con i loro tunnel che sfregiano le montagne». Vimal Bhai dell’organizzazione Matu Jan Sanghatan denunciò la situazione intorno alla diga di Tehri, la più alta di tutta la re- gione. Mentre ai tempi il governo e l’impresa pubblica che la gesti- sce, la Thdc, ne difendeva l’utilità per controllare inondazioni im- provvise, ora si trovano con una infrastruttura danneggiata che rappresenta un rischio per la po- polazione. In più, nei mesi imme- diatamente successivi al disastro, Thdc non volle diminuire l’altezza dell’acqua del lago e anzi chiese il permesso per aumentarne il li- vello e generare così maggiore elettricità. L’urgenza di rivedere l’intera politica energetica Dopo il disastro, la Corte Su- prema dette immediatamente l’indicazione al Ministero del- l’Ambiente di istituire una com- missione d’inchiesta. Il docu- mento finale dell’ Expert Body (Eb) diretto dal Dr. Ravi Chopra e pubblicato nell’aprile successivo riconobbe la relazione diretta tra l’instabilità del terreno, le allu- MC A vioni e i progetti idroelettrici, e dichiarò chiaramente l’urgenza assoluta di fermare almeno 23 progetti e di rivedere profonda- mente l’intera politica energetica nella regione. Il collettivo India Climate Justice ribadì che le cause erano state molteplici: eccessiva deforesta- zione che aveva creato instabilità del terreno e non permetteva l’assorbimento dell’acqua, turi- smo di montagna e traffico su strada sregolati, estrazione di sabbie dai letti dei fiumi, costru- zioni inadatte senza regolari per- messi e studi di hotel e altri edi- fici 4 . Un concetto non condiviso e sel- vaggio di «sviluppo» per questa regione porta dunque inevitabil- mente a politiche irresponsabili e complici. Il collettivo riaffermò che «questa tragedia è un cri- mine, perché i nostri legislatori e amministratori sono parte della grande ingiustizia climatica su scala globale, che minaccia, sfolla e uccide coloro che si trovano più impoveriti e marginalizzati». La sconcertante perseveranza Dopo la grande commozione e dolore provocati dalla tragedia, ciò che sconcerta è la perseve- ranza nelle stesse politiche ener- getiche e di gestione del territo- rio. E che non si limitano all’Utta- rakhand. Il vicino stato dell’Himachal Pra- desh ha fatto dell’idroelettrico il fiore all’occhiello della sua pro- mozione come green state , con una economia verde e con esclu- siva produzione di energia rinno- vabile. Tuttavia, anche qui si parla Sharada Prasad CS/Flickr com ejatlas.org © Daniela Del Bene/Ejatlas.org Joe Athialy/Flickr.com

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