Missioni Consolata - Giugno 2017

GIUGNO2017 MC 57 Aleppo caduta, Aleppo liberata quando la visitai, Aleppo era una ricca città commer- ciale. oggi è assurta a sim- bolo della devastazione della guerra. «La tragedia della Siria è Aleppo. Aleppo che era nel mirino della Turchia. Dall’inizio della guerra i turchi sono venuti a smontare le fabbriche tessili della città. Quello che non hanno potuto smontare e portare in Turchia lo hanno di- strutto. Quando è stato detto “Aleppo è caduta”, noi siriani abbiamo detto con gioia “Aleppo è stata liberata”. Questa è la differenza tra chi vuole bene e chi vuole male alla Siria. Aleppo era una città viva, com- merciale, tanto da essere la capi- tale economica del paese. Hanno voluto ucciderla, distruggerla. Alla fine l’esercito siriano - anche con l’aiuto, come abbiamo detto, dei nostri amici russi e libanesi - ha ri- conquistato Aleppo. Mi auguro che anche le altre città saranno li- berate e torneranno in seno allo stato siriano». i kurdi e la siria i kurdi sono in prima linea nella guerra contro l’isis. «Da sempre i kurdi fanno parte della Siria e si sentono cittadini si- riani. Nel parlamento ci sono rap- presentanti kurdi, nell’esercito ci sono kurdi che fanno il servizio di leva e anche la guerra. Alcuni gio- cano la carta dell’indipendenza, ma la gran parte dei kurdi si sente siriana». tornare a una siria unita Mons. haddad, se dovesse fare un appello per il suo paese, cosa direbbe? «Di aiutare i siriani a tornare nel loro paese. Tornare a stare in- sieme e a ricostruire la Siria come era: un punto d’incontro tra reli- gioni, culture ed etnie e un ponte tra Occidente e Oriente. Questa è la Siria. Noi siriani vogliamo tor- nare ad essere un popolo unito in una Siria unita». C osì parlava mons. Haddad prima che la devastante guerra siriana conoscesse i drammatici eventi di aprile. Se sull’attacco alla Siria è comprensibile (ma non giustifica- bile) il plauso di Israele, Turchia e Arabia Saudita, paesi nemici, ridi- coli e imbarazzanti sono stati gli elogi al decisionismo di Trump fatti dalla gran parte dei media e dei politici occidentali. Indirettamente lo ha fatto capire anche il vescovo siriano G eorGes A bou K hAzeN , vicario apostolico di Aleppo, che all’agenzia Fides ha di- chiarato: «Una cosa che sconcerta, davanti all’attacco militare Usa in territorio siriano, è la rapidità con cui è stato deciso e realizzato, senza che prima fossero state con- dotte indagini adeguate sulla tra- gica vicenda della strage con le armi chimiche avvenuta nella pro- vincia di Idlib». Sul presunto attacco chimico il ve- scovo siriano A NtoiNe A udo , presi- dente di Caritas Siria, ha aggiunto: «Non riesco proprio a immaginare che il governo siriano sia così sprovveduto e ignorante da poter fare degli “errori” così madornali». Sulla stessa linea critica è stato l’arcivescovo siriano J Acques b ehNAN h iNdo : «(L’attacco Usa) era già predisposto, per questo non hanno voluto prendere in nessuna considerazione le richieste di inda- gini più approfondite sulle respon- sabilità (del fatto) avvenuto nella provincia di Idlib». Che Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, sia il vendicatore dei siriani oppressi da Assad è un’afferma- zione che forse neppure i suoi più accesi sostenitori potrebbero por- tare avanti. Il presidente dal tweet compulsivo aveva molti motivi ( in primis interni) per l’attacco missili- stico del 7 aprile, ma certamente non quelli umanitari. L’uomo lo ha anche pubblicamente ammesso durante l’annuncio televisivo: l’in- tervento era necessario per la si- curezza degli Stati Uniti (« vital na- tional security interest »). È altret- tanto certo che l’intervento Usa non ha salvato un solo bambino si- riano dalla guerra. Anzi, raffor- zando il terrorismo jihadista (che stava perdendo davanti all’offen- siva di Assad e alleati), ha giocato sulla pelle di tutti i siriani che an- cora vivono e resistono nel loro paese. Costoro ancora una volta pagheranno il prezzo di decisioni e interessi estranei alla Siria. E an- che a noi occidentali verrà presen- tato il conto. Paolo Moiola A RCHIVIO MC Tra gli articoli sulla Siria, ricordiamo qui soltanto il più recente, reperi- bile sul sito della rivista e nello « sfo- gliabile »: • Enrico Vigna e Paolo Moiola, Sulla pelle dei siriani , dicembre 2013. V IDEOINTERVISTE Le due interviste a mons. Haddad - comprensive di argomenti esclusi da queste pagine - sono visibili su YouTube sul canale di Paolo Moiola: • www.youtube.com/user/pamo- video. A destra : mons. Haddad. Pagina prece- dente : in alto , mons. Joseph Tobji, arcive- scovo maronita di Aleppo, nella sua chiesa; in basso, veduta del sito archeolo- gico di Palmira prima della guerra. # © Paolo Moiola Aleppo: «Non è caduta, è stata liberata».

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