Missioni Consolata - Giugno 2017
vittime. «Ciò dimostra - osserva Awad - che la vio- lenza nei nostri confronti non è sparita. E che, nonostante al-Sisi abbia promesso maggiori con- trolli e maggiore protezione, noi siamo ancora in balia dei fondamentalisti». Al-Sisi però non sta lavorando solo sul piano della sicurezza. Sta facendo pressioni affinché gli stu- diosi dell’Islam recuperino la tradizione pluralista e dialogante della fede musulmana. «Il lavoro sul piano culturale - continua Awad - è fondamentale. Bisogna scardinare dalla società egiziana la vi- sione wahabita dell’islam, che è a noi estranea (proviene dall’Arabia Saudita) ed è portatrice di intolleranza e violenza. Siamo coscienti che il cammino da percorrere per raggiungere una piena libertà religiosa è ancora lungo e la strada è tortuosa. Se non ci incamminiamo su questo sen- tiero culturale e teologico, però, difficilmente le cose potranno cambiare». Le scelte di papa Tawadros II La stessa Chiesa copta ortodossa sta cambiando pelle. Negli ultimi anni ha vissuto una profonda trasformazione in parte legata alla figura di papa Tawadros II e in parte alla progressiva secolariz- zazione dei fedeli. Tawadros II ha incarnato per i copti quella rivolu- zione che Francesco ha rappresentato per i catto- lici. «Il nuovo papa - osserva Girgis - ha portato una ventata di novità. Ha introdotto, in un am- biente un po’ ingessato, un modo informale di porsi. Non si è mai visto un patriarca di Alessan- dria che ama farsi i selfie con i giovani, che si fa abbracciare, che ha un modo spontaneo di par- lare. Il fatto che tra lui e papa Francesco si sia in- staurata una solida amicizia non è dovuto solo a una vicinanza teologico-dottrinale, ma anche a uno stile aperto, semplice, cordiale che esprime la serenità e la gioia della fede cristiana. Anche il suo modo di vivere è frugale, essenziale, senza sfarzo». La vera novità però non è nello stile, ma nel suo modo di lavorare. «Shenouda III, il vecchio papa copto, era un accentratore - continua Girigis -. Non discuto se fosse o meno giusto il suo approc- cio. Tawadros ha instaurato un sistema diverso. Ama lavorare in gruppo, coinvolgere i collabora- tori nel processo decisionale. In Europa, per esempio, ha riorganizzato la Chiesa copta e spesso viene in visita per parlare e confrontarsi con i vescovi che operano nel continente». Per Tawadros, poi, assume un’importanza fonda- mentale la dimensione ecumenica. Con i cattolici il rapporto è ottimo, anche per quella sintonia personale con Francesco di cui abbiamo parlato. Ma dal 4 novembre 2012, giorno in cui è stato eletto dal sinodo, Tawadros ha iniziato a tessere rapporti sempre più stretti con le differenti Chiese ortodosse e, in particolare, con quella russa, quella greca e quella ecumenica di Costan- tinopoli. «Quelle ortodosse – spiega Girgis – sono Chiese “sorelle”, con le quali storicamente ab- biamo rapporti. Ma con il nuovo papa queste rela- zioni sono diventate molto più strette. Tawadros ha avviato un confronto serrato con le Chiese pro- testanti. Lui crede nella fratellanza con i rifor- mati, anche se una parte dei copti, i più tradizio- nalisti, hanno fatto numerose resistenze perché vedono i protestanti come i nemici dell’ortodos- sia». Il clero e i fedeli La Chiesa copta, però, sta subendo una profonda trasformazione nei suoi stessi fedeli. Da sempre i copti sono legati alla loro gerarchia (vescovi, mo- naci, sacerdoti). «È un legame solido, a volte fin troppo - sottolinea Youssef -. In passato, per i cre- denti, il clero era tutto. Dal clero dipendevano per qualsiasi cosa: chiedevano aiuti materiali, consigli e ascolto nei momenti difficili, direttive in campo politico ed economico. Oggi questo “totale affida- mento” sta venendo meno. I copti partecipano an- cora in massa alle funzioni religiose, ma molti di essi stanno tagliando il cordone ombelicale con la gerarchia. Soprattutto i giovani non ascoltano più le direttive ecclesiastiche in campo politico ed economico. Si muovono da soli, rivendicando il loro essere cittadini egiziani che lavorano nella società per farla crescere. Si ispirano ai valori cri- stiani, ma senza legami vincolanti con la chiesa. Stanno seguendo un processo di laicizzazione non dissimile a quello che è avvenuto in molti paesi eu- ropei». Enrico Casale COPTI D GIUGNO2017 MC 49 D H ANNO FIRMATO QUESTO DOSSIER : • M ARKOS EL M AKARI - Nato in Italia, bilingue italiano e arabo, attualmente è monaco novizio del monastero di San Macario il Grande a Wadi el-Natrun (l’antica Scetes) e del mo- nastero di Bose (Biella). È collaboratore della rivista di geopoli- tica Limes . Il suo nome da civile è Marco Hamam. • A NDREA B OUTROS - È nato a Genova da genitori egiziani nel 1993. Laureando in Medicina e Chirurgia, ha collaborato come giornalista per Il Secolo XIX e yallaitalia.it trattando la tematica migratoria e le problematiche sociali riguardanti le seconde generazioni. Parla italiano e arabo. È un membro attivo della comunità copta di Genova. • E NRICO C ASALE - Giornalista freelance, si occupa di Africa. Laureato in Scienze politiche presso l'Università cattolica di Milano. È stato redattore del mensile Popoli . Attualmente col- labora con Missioni Consolata , Africa, Combonifem , Nigrizia , Radio Vaticana e per le pubblicazioni dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) di Milano. • A CURA DI : Paolo Moiola, giornalista redazione MC. • F OTO DELLE COPERTINE In prima di copertina : celebrazione del Natale copto al Cairo il 6 gennaio 2016. In ultima di copertina : donne copte alla messa di Natale celebrata da Tawadros II nella cattedrale di San Marco nel quartiere di al-Abbasseya, al Cairo, il 6 gennaio 2013.
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