Missioni Consolata - Giugno 2017
«C on al-Sisi è cambiato tutto o, forse, non è cambiato nulla». Girgis è per- plesso. Lui, cristiano, non riesce a sintetizzare la situazione in cui vive attualmente la Chiesa copta ortodossa in Egitto. «Certo - riprende - se guardiamo alla storia della nostra comunità, qualcosa di diverso c’è. Ed è un qualcosa di positivo. Se guardiamo alla cronaca, che parla di attentati, morti e feriti, non possiamo essere così ottimisti». Da Mubarak a Morsi Non si può comprendere l’attuale situazione se non si fa un passo indietro. I copti sono gli eredi degli antichi egizi che si convertirono al cristiane- simo, a partire dal primo secolo, grazie alla predi- cazione di San Marco. La loro Chiesa è quindi an- tichissima e fino al VII secolo è stata maggiorita- ria in Egitto. Con l’arrivo degli arabi e dell’islam, per i copti è iniziata una difficile convivenza, fatta di periodi di relativa libertà alternati ad anni di dure repressioni. La situazione non è migliorata con l’indipendenza dell’Egitto. Sotto i governi di Anwar Sadat e Ho- sni Mubarak, la Chiesa ha vissuto un periodo par- ticolarmente difficile. «Ai tempi di Mubarak - os- serva Awad, giornalista egiziano di fede cristiana -, la state security (un dipartimento speciale della polizia di stato, ndr ) dominava la scena politica e religiosa. Per i copti era difficile, se non impossi- bile, costruire o anche ristrutturare una Chiesa perché era necessario il nullaosta della state secu- rity, che non lo rilasciava facilmente. La polizia ar- restava i musulmani che si convertivano. Agenti erano coinvolti nei rapimenti di ragazze copte, or- ganizzati per convertirle (andando contro la legge che prevedeva e prevede che qualsiasi conver- sione possa avvenire solo dopo i 18 anni). I musul- mani che attaccavano le chiese rimanevano im- puntiti». Queste violenze contro la minoranza copta erano legate alla politica interna del raiss. Per rimanere COPTI D GIUGNO2017 MC 47 D Per gli oltre dieci milioni di egiziani di fede cristiana è difficile e rischioso vivere in un paese dove «tutto ciò che non è musulmano è considerato contro Dio». Al-Sisi (meglio degli altri) DI E NRICO C ASALE INCONTRO CON ESPONENTI DELLA COMUNITÀ COPTA © photo by U S Army Sgt Amber Smith
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