Missioni Consolata - Giugno 2017
30 MC GIUGNO2017 base etnica peulh, popolazioni di allevatori nomadi che vivono in tutto il Sahel. In questa zona il predicatore radicalizzato Amadou Koufa (o Hamadou Kouffa) ha co- stituito il gruppo armato jihadista Fronte di Liberazione di Macina (Flm, dal nome di un antico regno di questa zona), ora noto come Ansar Dine in Macina. Koufa è stato a lungo legato al tuareg fon- damentalista Iyad Ag Ghali, fon- datore di Ansar Dine e di Aqmi e ora basato nell’area di Kidal, nel Nord. Dal Flm si è generato anche il primo gruppo fondamentalista tutto burkinabè, sempre a base etnica peulh, del leader e predi- catore Ibrahim Mallam Dicko, che opera nel Nord del Burkina e a ca- vallo tra i due paesi (provincia del Lorum in Burkina e quella di Douentza in Mali). Anche nel centro si assiste a un’aggravante a sfondo etnico. I militari dell’esercito regolare, le Fama (Forze armate maliane), mandano a fare i lavori sporchi i Dozo, cacciatori di etnia bambara (maggioritaria nel Sud del paese). Questi, sono tradizionalmente nemici degli allevatori peulh e, coperti dal clima di impunità, hanno cominciato ad ammazzare civili di quell’etnia senza farsi troppe domande. Inoltre è stato osservato che la Fama e la polizia arrestano quasi esclusivamente Peulh e mai Bambara. Il conflitto comunitario sta quindi andando verso uno scontro tra milizie or- ganizzate a base etnica. «La gente nel centro non è coin- volta nell’accordo di pace, che in- teressava solo i gruppi del Nord, per cui non beneficia dei dividendi della pace (come le indennità pa- gate alla smobilitazione, ndr ). E si sentono ora abbandonati dal go- verno di Bamako». Tutti questi elementi stanno dando una deriva etnica al conflitto. «Assistiamo a un cambiamento nella società maliana. Il tessuto sociale si sta strappando. Si è pas- sati dal multiculturalismo alla contrapposizione etnico-cultu- rale. Ad esempio sono saltati i meccanismi sociali di risoluzione dei conflitti. E questo è gravis- simo», commenta la nostra fonte. «Inoltre l’occupazione di queste zone da parte dei jihadisti è in- quietante, ed è aggravata dal fatto che il governo non la ricono- sce per non dover ammettere un suo fallimento». Anche l’Isis nel Sahel Un ulteriore elemento di preoc- cupazione è la comparsa ufficiale, sempre nell’estate 2016, del Daesh nel Sahel. Si tratta del Mujao che proclama la propria af- filiazione e si fa chiamare Stato Islamico nel Grande Sahara. Con a capo Adnane Abou Walid Al- Saharwi, sarebbe per ora ad Est, nella zona di Menaka. «Il Daesh si sta ormai installando nella re- gione, e questo vuol dire che ve- dremo dei grossi cambiamenti nei prossimi 12-18 mesi». Intanto nel Sud e a Bamako si acui- sce la crisi sociale, oltre al cre- scente malcontento verso il go- verno e la presenza dei militari stranieri della Minusma. Dal 9 marzo scorso tutto il settore sani- tario è in sciopero, e questo - per un paese come il Mali - vuole dire un aumento dei decessi tra i pa- zienti. Ultimamente anche gli ope- ratori del settore educazione hanno iniziato a scioperare. Le ri- vendicazioni sono di tipo salariale, ma le manifestazioni e l’asten- sione dal lavoro paralizzano questi settori. Il presidente Ibk si è affret- tato a modificare il governo, nomi- nando il quarto primo ministro dall’inizio del suo mandato. Abou- laye Idrissa Maiga ha costituito il suo governo l’11 aprile. Simile al precedente: ha cambiato i ministri di Salute ed Educazione nel tenta- tivo di calmare le piazze. Anche il dicastero della Difesa, occupato proprio da Maiga nel precedente governo è stato cambiato. Nel 2018 ci saranno le elezioni ed è facile che Ibk siariconfermato. Non ci sono infatti oppositori in grado di vincere e anche il rischio di colpo di stato pare limitato, vi- sta la militarizzazione del paese. Un tuareg che occupa una posi- zione importante in una Ong con- divide la sua preoccupazione: «I problemi del Mali stanno pren- dendo dimensioni sempre più se- rie. L’aggravarsi dei conflitti et- nici, i gruppi islamisti che hanno più terreno. La situazione è fuori da ogni controllo ed è difficile es- sere ottimisti per il futuro del Mali». Marco Bello MALI A RCHIVIO MC • Marco Bello, Sabbie mobili nel Nord Mali, MC 09/2006. • Marco Alban e Marco Bello, Il grande vuoto, MC 12/2010. • Marco Bello, C’erano una volta due Mali, nell’ambito del Dossier Jihad Africana, MC 11/2012. © Souleiman Ag Anara / AFP
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