Missioni Consolata - Giugno 2017

12 MC GIUGNO2017 Inoltre, urbanizzazione vuol dire anche sovraffollamento, come di- mostrano i numerosi slum che si trovano soprattutto nella capitale Accra. La grande discarica La vergogna più grande è Agbog- bloshie, meglio nota come So- doma e Gomorra, la più grande discarica di e-tech (e non solo) di tutta l’Africa Occidentale, proba- bilmente dell’intero continente. È occupata soprattutto da persone provenienti dal Nord in cerca di fortuna che si sono ritrovate in uno sporco e rischioso «lavoro» di riciclo di materiali elettrici e plastica, computer, frigoriferi, stampanti, etc. I fumi dei roghi che bruciano copertoni, plastica e fili elettrici si alzano ogni giorno dall’area che è un tutt’uno con mercati, strade e abitazioni. Un’e- mergenza ambientale che si va ad aggiungere a quella sanitaria. Economia in affanno Tornando alla situazione econo- mica, che qualcosa sia andato non proprio per il verso giusto in questi anni, lo dimostra il dato dell’inflazione, oggi attestata in- torno al 13%, in certi momenti è arrivata anche al 18%. Il Pil pro capite è pari a poco meno di 1.800 dollari annui e una serie di prestiti rinnovati negli anni dal Fondo monetario internazionale ammonta a un totale di 918 mi- lioni di dollari. Eppure gli investi- tori continuano ad arrivare, la speranza dei cittadini sembra sempre più forte delle critiche mentre le previsioni delle agenzie internazionali sono estrema- mente ottimiste. Il segreto? Sem- pre uno: democrazia. L’alternanza reale Da decenni vince più che un par- tito, un concetto, un «patto» non scritto, quello dell’alternanza. Alle ultime elezioni - dicembre 2016 - è stata la volta dell’Npp ( New Patriotic Party ) con il suo leader Nana Akufo Addo. Il neo presidente ha centrato la sua campagna elettorale sulle performance negative del go- verno precedente guidato da John Mahama (Ndc, National De- mocratic Congress ) che pure ha avuto un importante ruolo nel ri- conoscere la sconfitta e impedire l’accendersi di polemiche o scon- tri. Ma da subito analisti e citta- dini hanno cominciato a essere scettici sulle magnifiche pro- messe di Akufo Addo per miglio- rare l’economia del paese, prima fra tutte quella del motto: One di- scrict, one factory - una industria per ogni distretto. La carenza di industrie, sicuramente al di sotto delle potenzialità del paese, ri- mane una nota dolente. Solo il 14.4% della popolazione attiva è impegnata in questo settore, mentre il settore dei servizi, spesso informali, occupa il 41%. Come a dire che l’arte di arran- giarsi funziona meglio delle op- portunità offerte sia dalle compa- gnie private sia dallo stato. L’agri- coltura occupa invece il 45% della popolazione ed è anche in questo settore che il neo presidente ha promesso di intervenire in modo massiccio, auspicando una produ- zione che duri tutto il corso del- l’anno grazie alla fornitura del- l’acqua, soprattutto nelle due re- gioni del Nord. Altro elemento problematico ri- guarda il settore pubblico che, se- condo recenti stime, influirebbe addirittura per il 74% sulle spese fisse dello stato. Si tratta di 500.000 persone, solo il 2% della popolazione, a cui però spesso viene attribuita mancanza di esperienza e competenze e as- sunzioni derivate da legami con l’entourage governativo e giri di mazzette. È quella parte del po- tere che ai ghanesi non piace e che la stampa libera non manca di denunciare. Una situazione che fa rabbia, soprattutto ai giovani che rientrano in quel 48% di sen- zalavoro stimati dalla Banca mon- diale. Eppure sono proprio i gio- vani a dimostrare l’energia e la vi- GHANA Qui sopra : una strada commerciale ad Accra, capitale del Ghana. # © Fairphone

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=