Missioni Consolata - Giugno 2017
GIUGNO2017 MC 11 presidente del Ghana indipen- dente, era anche uno dei padri del panafricanismo, cosa che aiutò a guardare la storia anche nella prospettiva del futuro. Un po’ di storia Anche il Ghana ha vissuto la sua dose di governi militari - fase con- clusasi definitivamente nel ‘93, dopo Rawlings e l’apertura della cosiddetta quarta Repubblica. Né va dimenticato che lo stesso Nk- rumah fu vittima di un colpo di stato in cui oltre ai «soliti» poteri occidentali pare fosse implicato il governo canadese di allora. Era un’indipendenza «troppo indi- pendente» quella vagheggiata dal primo presidente ghanese e il suo sguardo socialista e panafricano non piaceva agli ex colonialisti e alle altre potenze straniere. La «vera» indipendenza Nel giorno del sessantesimo anni- versario dell’indipendenza (6 marzo 2017), la figlia di Nkrumah, Samia, ha ricordato quello che si sognava fosse la vera indipen- denza: emancipazione econo- mica, uso delle proprie risorse e ricchezze, unione panafricana tra tutte le nazioni del continente. La realtà di questi decenni è stata un po’ diversa: l’opportunismo politico, la voglia di potere, la «svendita» delle terre e delle ri- sorse, il desiderio di arricchirsi alle spalle della popolazione hanno creato i punti deboli della struttura della governance del Ghana. Quello che ancora rimane però - dopo sessant’anni - è ap- punto la capacità di restare uniti, di risolvere le questioni attra- verso il dialogo, di superare ogni tipo di contrasto che possa essere legato alle diverse appartenenze. E il Ghana da questo punto di vi- sta è ricco di diversità. Oltre venticinque milioni di abi- tanti appartenenti a nove gruppi etnici principali, tredici lingue e fedi religiose che vanno dal Cri- stianesimo all’Islam alle diffuse pratiche tradizionali. Con gruppi numerosi anche di buddisti. La differenza vera nel paese non è data da questi aspetti. Quello che conta sono la posizione sociale, l’educazione, il conto in banca. In Ghana, il cui 65% del territorio è agricolo, si sta allargando il gap tra zone rurali e le grandi città e conseguentemente l’accesso ai servizi e così pure al migliora- mento delle condizioni economi- che. Va detto che dei buoni risul- tati sono difficili da raggiungere con un gettito fiscale pari solo al 19.9% del Pil. Su questo aspetto manca ancora una soddisfacente politica di gestione e controllo. L’urbanizzazione è un fenomeno esteso non solo ad Accra, la capi- tale che arriva a «ospitare» fino a due milioni di pendolari che si vanno ad aggiungere ai circa 4 milioni di abitanti, ma anche a Ku- masi, capitale della regione Ashanti, una delle più ricche del paese, e Takoradi, centro in cre- scita costante dalla fine degli anni 2000 quando furono scoperti i giacimenti di petrolio off shore . A «svuotarsi» sono soprattutto la regione del Volta, che comprende la fascia costiera verso il confine con il Togo e la zona interna sa- lendo lungo il fiume, e il Nord del paese al confine con il Burkina Faso. Zone povere, dall’economia limitata, dove la scarsità di pesce e la siccità costante non offrono alternative. Né grandi opportu- nità sono state proposte dai go- verni che si sono finora succeduti. MC A • Alternanza | Democrazia | Tolleranza religiosa • A sinistra : un momento delle celebrazioni del sessantesimo anniversario dell’indi- pendenza. A fianco : il grande statista africano Kwame Nkrumah. Sotto : il presidente neo eletto Nana Akufo Addo durante la cerimonia del giuramento (7 gennaio 2017). # © Stringer / AFP © AfMC
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