Missioni Consolata - Maggio 2017

MAGGIO2017 MC 55 bambini diventa dolorosa, sono obbligata a fare qualcosa. Gli inizi sono stati molto complicati, ma alla fine...», sospira, senza termi- nare la frase. «Molte ragazze sono esposte a causa della povertà», conclude. Papy, il padre di famiglia Papy lavora in questo luogo da due anni. Sposato e padre di quat- tro bambini, ogni settimana riesce a produrre l’equivalente di 100 dollari di pietre. Martello, scal- pello e ferri vecchi, sono questi gli attrezzi del mestiere che Papy uti- lizza per ridurre quantità di pietra in ghiaia. Per mancanza di un mi- nimo di struttura e organizzazione nella cava, spesso questi artigiani perdono pure quel minimo che spetterebbe loro a causa dei « commissionnaires », agenti che si propongono come mediatori fra venditore e acquirente e che lu- crano impietosamente sui guada- gni di Papy e degli altri. L’appropriazione indebita avviene regolarmente in complicità con le autorità municipali. Le proteste degli artigiani della cava restano sempre inascoltate, in un paese in cui il livello di corruzione ha ormai raggiunto il grado di metastasi. «L’unico vantaggio in questa atti- vità - sottolinea Papy - è che posso sfamare e mantenere i miei figli». Isaac, il Robot Isaac, detto «Robot», è un ragazzo molto dinamico. Cinque anni d’e- sperienza, Robot si è conquistato il suo personale successo nella cava. La sua forza, la sua determina- zione, la sua motivazione lo por- tano a dimenticare il tempo che passa e a continuare a lavorare in- defessamente. Se all’epoca si uti- lizzavano dinamite ed esplosivi per rompere le pietre, oggi tutto è vie- tato e la forza manuale resta l’u- nica che permette la produzione e decide la quantità di merce pro- dotta e ciò che si può sperare di guadagnare. Per inciso, che gli esplosivi siano stati vietati non è stata una misura a tutela dei lavo- ratori, ma una decisione imposta da un senatore che abita nel quar- tiere, probabilmente disturbato dal rumore delle esplosioni. La vita in questo luogo non è per nulla facile. Serve forza, coraggio, determinazione e accettare ogni rischio che può arrivare. «Siamo pronti e sappiamo molto bene che ci sono rischi permanenti in que- sta attività senza protezione, siamo esposti anche a pericolo di vita, a volte. Ma se incrociamo le braccia, la manna non scenderà mai dal cielo, è il nostro destino». Jean, l’anziano Jean Ndota Kiwuta è tra i pionieri di questa attività. Responsabile di una spazio da sfruttare in questo sito dal 1972, coi suoi 4 figli, que- sto anziano lavoratore della cava si rallegra di aver retto per anni in questa attività così pericolosa. Oggi, con la vecchiaia incombente, pensa di lasciare il lavoro, fiero di aver scolarizzato i suoi figli con dura fatica. MC A

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