Missioni Consolata - Maggio 2017

MAGGIO2017 MC 23 «La guerriglia è stata molto re- sponsabile. Ha accettato tutte le osservazioni acconsentendo che esse entrassero nel nuovo schema d’accordo. Io stesso sono rimasto tutto un giorno con loro, mo- strando le debolezze che c’erano nel testo di agosto e dicendo che avrebbero dovuto considerarle. E così hanno fatto. Non si è tornati a votare con un referendum. Tutto è passato al Congresso (Senato e Camera dei rappresentanti, ndr ), che è l’or- gano naturale di un paese, e que- sto ha iniziato a studiare e votare tutti i punti. E a votare le leggi ne- cessarie affinché i punti si tradu- cano in misure legalmente opera- tive». Mi permetta di insistere sul re- ferendum di ottobre. Pur lavo- rando da sempre per la pace, come presidente della Confe- renza episcopale, lei non si era dichiarato chiaramente a fa- vore del «sì». Come mai? «È stata una decisione della Con- ferenza episcopale, assunta tutti insieme. Ci siamo dichiarati a favore del voto: che tutti i colombiani e tutti i cattolici andassero a votare. Però non abbiamo dato un’indicazione: né a favore del “no”, né a favore del “sì”. Doveva maturare nella co- scienza dei cittadini ciò che a essi appariva come la scelta migliore. E così hanno fatto. Liberamente. Così abbiamo proceduto. Certa- mente a molti non è piaciuto quello che abbiamo fatto, nep- pure ai sostenitori del no. Tutta- via, il comportamento era cor- retto: fare appello alla coscienza di ogni colombiano, invitare a stu- diare la questione e quindi pren- dere una decisione. Questo è stato il nostro suggerimento». Il post conflitto e le «nuove stanze» della Colombia Lei parla continuamente di «pe- dagogia della pace». Cosa in- tende? «È cercare di far capire alla Colom- bia il significato di questo pro- cesso. Soprattutto il post conflitto. Io mi sono dato un compito: dise- gnare un’immagine che la gente semplice capisca. Il post conflitto è come la costruzione di una casa nuova. In cosa consiste la novità delle diverse stanze? Che ognuna ha qualcosa che prima non esi- steva. Per esempio, la stanza della politica. Essa necessita dell’ele- mento dell’inclusione, un ele- mento sempre assente in questi anni. Tutti coloro che erano esclusi dalla politica presero le armi con- tro lo stato. Prendiamo l’econo- mia. In Colombia essa dà vantaggi solamente a un gruppo molto pic- colo di colombiani. È un’economia a cui manca l’elemento della soli- darietà. Se si firma la pace, oc- corre inventarsi un’economia soli- dale, come sempre richiesto dalla Chiesa. E così per gli altri settori: l’istruzione, la cultura. Tuttavia, una casa senza cemento MC A D ALLA GUERRA ALLA PACE ? Ostacoli e imboscate La strada della pace è lastricata di imprevisti e di agguati. Álvaro Uribe, ex presidente e uomo forte dell’opposizione, non pare affatto rassegnato e aspetta le elezioni. 1964, 27maggio - Inizia la guerra. Le Farc-Ep sono guidate da Manuel Marulanda Vélez detto Tirofijo , che ne sarà il comandante fino alla sua morte, avvenuta nel marzo 2008. 2010, 7 agosto - Inizia il mandato presidenziale Juan Manuel Santos, che succede al discusso Álvaro Uribe Vélez. 2012, 18 ottobre - A Oslo, in Norvegia, si dà inizio al dialogo ufficiale ( Mesa de conversaciones ). Viene scelta l’Avana, come sede definitiva. 2016, 24 agosto - A l’Avana il presidente Manuel Santos e Rodrigo Lon- doño detto Timochenko, comandante delle Farc, firmano l’«Accordo fi- nale per la fine del conflitto e la costruzione di una pace stabile e dura- tura». 2016, 2-3 ottobre - Inaspettatamente il referendum vede prevalere, per pochissimi voti, i contrari (No) sui favorevoli (Sì): 6,43 milioni (50,21%) con- tro 6,37 (49,78%). La maggioranza dei colombiani che hanno votato - ap- pena 13 milioni (pari al 37,4%) su 34,9 di aventi diritto - decide così di rifiu- tare l’Accordo di pace. 2016, 24 novembre - Dopo 40 giorni di dialogo, viene firmato un nuovo Accordo di pace tra il governo di Manuel Santos e le Farc. 2016, 29-30 novembre - Il nuovo Accordo viene approvato dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti. Al momento del voto lo schieramento del senatore ed ex presidente Álvaro Uribe esce dall’aula. 2016, 1 dicembre - Inizia il cosiddetto «Día D» (Giorno D), da qui a 150 giorni i guerriglieri delle Farc dovranno passare nei «luoghi transitori di normalizzazione» e consegnare tutte le armi ai rappresentanti delle Na- zioni Unite. 2016, 16 dicembre - In Vaticano, Manuel Santos e Álvaro Uribe incon- trano papa Francesco. Nessuna riconciliazione tra il presidente e il leader dell’opposizione. 2017, gennaio/febbraio - Oltre 6.000 guerriglieri delle Farc si muo- vono verso i «campi transitori di normalizzazione». 2017, 1 aprile - I sostenitori di Álvaro Uribe marciano per le vie di Bogotà «in difesa della democrazia». 2017, 6-11 settembre - Sotto lo slogan «Facciamo il primo passo» ( De- mos el primer paso ), è in programma la visita di papa Francesco alla Colom- bia (Bogotá, Villavicencio, Medellín e Cartagena). 2018 - In Colombia è tempo di elezioni presidenziali e parlamentari. Un banco di prova essenziale per la tenuta dell’Accordo di pace. Pa.Mo. • Guerra interna | Pace | Narcotraffico | Diseguaglianze •

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