Missioni Consolata - Aprile 2017

Un inizio aperto Da Torino, l'Allamano guidava i primi passi dei suoi missionari in Africa, dai quali solle- citava informazioni sulle attività che stavano iniziando. Già nel settembre del 1903, a poco più di un anno dal loro arrivo in Kenya, scriveva a p. Tommaso Gays, responsabile del gruppo: «Mi scriva le sue idee e quelle di altri in dettaglio sulle opere di ministero da incominciare, come scuole, cure mediche, lavori, predicazioni, ecc.». Quelle righe fini- vano con un “eccetera” che apriva lo sguardo su un orizzonte a 360 gradi. I missionari camminavano sulla stessa lun- ghezza d'onda dell'Allamano. Nel primo in- contro programmatico del 1904, vollero va- lutare quanto avevano realizzato fino allora e quanto conveniva correggere o potenziare. Quell'incontro, detto «Conferenza di Mu- rang'a» dalla missione dove fu tenuto, di- venne un punto di riferimento e fu ripetuto poi annualmente per diverso tempo. Al suo termine, formularono una serie di decisioni che inviarono a Torino per sottoporle al giu- dizio dell'Allamano. Il testo era introdotto da queste parole: «Dato il carattere ed i costumi degli indigeni, i mezzi migliori per iniziare le nostre re- lazioni con essi, pare si possano ri- durre ai seguenti: catechisti - scuole - visite ai villaggi - ambulatori alla mis- sione - formazione dell'ambiente». Come si vede, l'e- v a n g e l i z z a z i one vera e propria ini- ziava con un'opera di collaborazione su due fronti: con visite UN NUOVO METODO MISSIONARIO quotidiane nei villaggi per conoscere la realtà concreta in cui la gente viveva e con l'accoglienza in missione per cure infermieri- stiche e per l'istruzione della gioventù. Le prime missionarie furono di grande aiuto in questo tipo di impegno, soprattutto in favore delle donne e dei bambini. L’accompagnamento dell'Allamano Maturate queste decisioni, ciò che era impor- tante per i missionari era il giudizio dell'Alla- mano che sentivano vicino e che continuava ad assisterli spiritualmente e materialmente. La risposta dell'Allamano fu positiva: «Ringra- zio il Signore dell'ottimo esito della vostra riu- nione a Murang'a. Spero che avvenga molto bene dalle disposizioni prese e dal modo con cui furono condotte le discussioni; e lodo la saggezza pratica delle conclusioni». Non si limitò all'approvazione, ma diede un in- dirizzo operativo concreto: «L'esecuzione uniforme in tutti, a dispetto di qualche idea migliore in alcuni casi, deve vincere». Per lui era essenziale che il gruppo lavorasse unito. Ma, da uomo saggio e sperimentato, continuò: «Certo che l'esperienza suggerirà ancora varia- zioni e aggiunte. Queste saranno discusse e deliberate nel pros- simo incontro; ma per il momento, è in- dispensabile che ognuno si attenga strettamente alle di- sposizioni fissate, e non si permetta di fare cambiamenti, né coll'idea che è meglio agire diversamente, né colla scusa che i metodi stabiliti non danno i risultati che si speravano». P. Francesco Pavese cammino di santità 76 MC APRILE2017 I Missionari della Consolata, sotto la guida dell'Allamano, fin dall'inizio inaugurarono un me- todo di lavoro missionario che, con il tempo, si dimostrò valido ed efficace. Compresero molto presto che la promozione umana è parte integrante dell'evangelizzazione e, di conse- guenza, si impegnarono anche nell'azione sociale in favore della popolazione. Kenya 1904: i primi missionari della Consolata riuniti a Murang’a per la conferenza programmatica. #

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