Missioni Consolata - Aprile 2017

blemi insieme alla dirigenza. E tutto questo per assicurare la cosa più importante: che i bam- bini abbiano un’istruzione dav- vero di qualità». Padre Celestino ha appena completato l’arreda- mento della sala e mensa scola- stica finanziato grazie al contri- buto di alcuni donatori italiani. «L’ispettore regionale dell’inse- gnamento primario è venuto a vi- sitare la scuola», racconta padre Marandu. «Alla fine ci ha fatto i complimenti per la mensa più bella e grande della regione del Gboklê». Nell’immediato futuro padre Ce- lestino ha in programma di termi- nare la recinzione per avviare l’orto che produrrà frutta e ver- dura per la scuola: «Senza recinto non si può coltivare, arrivereb- bero gli animali a devastare tutto». Vuole poi ristrutturare al- cune delle case degli insegnanti, completare la case de santé della scuola per seguire i bambini an- che dal punto di vista della sanità di base, ultimare il campo spor- tivo. «Il governo ha introdotto l’obbligo scolastico fino a 16 anni», riferisce il missionario, «ma serve anche un sistema uniforme ed efficace di controlli e sanzioni 2017, dopo cinque anni di lavori. Oggi la Costa d’Avorio ha una po- tenza installata di 1.975 me- gawatt forniti per tre quarti da centrali termiche (gas naturale e vapore) e per un quarto da cen- trali idroelettriche, e vende ener- gia a Burkina Faso, Mali, Ghana, Togo e Benin. Il governo intende però raddoppiare la potenza pro- dotta entro il 2020 e ha pianifi- cato una nuova centrale termica a gas a Songon, quartiere di Abidjan, e una a carbone a San Pedro, suscitando la perplessità per la contraddizione fra la scelta del carbone e la ratifica dell’Ac- cordo di Parigi sul clima. Sago: l’Africa occidentale in un villaggio Lungo la strada verso Sago, villag- gio a un’ottantina di chilometri dalla costa, è frequente vedere cartelli con il logo della Sipef - So- cietà internazionale delle pianta- gioni e di finanza - un’agroindu- stria internazionale che opera nelle aree subtropicali fra cui la Costa d’Avorio. I cartelli recitano: Non au travail des enfants (no al lavoro dei bambini). «È una campagna che va avanti da qualche anno», spiega padre Ramón, «nata come reazione al fenomeno dei bambini schiavi portati qui soprattutto dal Mali per lavorare nelle piantagioni di cacao». Il tema ha cominciato ad essere noto all’opinione pubblica inter- nazionale nei primi anni Duemila ma è probabilmente con docu- mentari come il danese The Dark Side Of Chocolate 2 che ha guada- gnato maggiore visibilità. «Oggi», continua Ramón, «anche grazie a questa campagna, chi è a cono- scenza di casi di sfruttamento li denuncia sapendo che, a diffe- renza di un tempo, gli sfruttatori verranno puniti». Quella del Bas-Sassandra è una zona con una notevole varietà et- nica, dove ivoriani e stranieri vi- vono del lavoro nelle piantagioni o dei commerci che si svolgono nel grande mercato. «In dieci anni», spiega padre Silvio Gullino, missionario della Consolata attivo prima in Repubblica Democratica del Congo e, ora, uno dei decani Cooperando… 70 MC APRILE2017 della missione in Costa d’Avorio, «il villaggio è passato da quattro- mila a diecimila abitanti. Qui, as- sieme e agli autoctoni di etnia Go- dié, vivono Baoulé, Koulango, Abron, ma anche Mossi del Burkina Faso. Anzi, si può dire che siano rappresentati quasi tutti i paesi della Cedeao (Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale): Togo, Benin, Sene- gal, Mali, Mauritania…». Una cartina di tornasole di questa varietà è la messa domenicale nella chiesa di Sago, durante la quale le letture vengono fatte in cinque lingue. I cattolici a Sago sono una minoranza, precisa an- cora padre Silvio, circa il dieci per cento della popolazione. Sei per- sone su dieci sono musulmane, il quindici per cento è cristiano di altre denominazioni e un altro quindici per cento pratica le reli- gioni tradizionali. La scuola primaria Notre Dame de la Consolata accoglie 250 alunni dai sei ai dodici anni; padre Cele- stino Marandu, missionario tanza- niano anche lui con diversi anni d’esperienza in Congo, è a Sago dal 2009 ed è il responsabile della scuola che, nel gennaio 2017, è stata una delle pochissime a non rimanere chiusa tre settimane per lo sciopero dei funzionari pubblici. «Certo», osserva Celestino, «è giusto che gli insegnanti rivendi- chino il loro diritto a stipendi più alti e migliori condizioni di lavoro; ma qui è la scuola a pagare gli sti- pendi, regolarmente e senza con- tributi dal governo. Garantiamo ai docenti anche case ad affitti ra- gionevoli e un ambiente di lavoro organizzato dove possono segna- lare, discutere e risolvere i pro-

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