Missioni Consolata - Aprile 2017
APRILE2017 MC 59 book ma il potenziale è di 800 mi- lioni. Che tutto ciò avvenga all’in- terno di un recinto è, a detta della multinazionale, secondario. Face- book Free Basics, nelle parole di Zuckerberg, era un regalo. Che però l’India ha rifiutato. Il controllo del web La campagna contro l’iniziativa di Zuckerberg ha portato per la prima volta al centro del dibattito pubblico il tema della neutralità della rete, ovvero il principio che i provider di banda larga debbano concedere a tutti i produttori di contenuti lo stesso spazio. Un controllore (in questo caso Face- book) a guardia dell’accesso al web avrebbe potuto decidere a quali organi d’informazione dare la priorità, lasciando in ombra al- tri. La scelta potrebbe essere det- tata da ragioni politiche o di mer- cato, dando spazio a contenuti che hanno più possibilità di es- sere cliccati. La mobilitazione di attivisti ed esperti della rete ha così costretto l’autorità indiana per le telecomunicazioni a revo- care l’autorizzazione al servizio offerto dal gigante digitale tra- mite un operatore di telefonia mobile locale. Un no, arrivato a febbraio 2016, che è stato il più traumatico nei 12 anni di esi- stenza di Facebook. Per Nikhil Pahlwa, fondatore di «Media- nama», un sito d’informazione sul settore delle telecomunicazioni indiane, la minaccia principale sa- rebbe stata quella di rendere la compagnia di Menlo Park (Face- book) l’unica porta d’accesso al web per la gran parte dei cittadini indiani, che così avrebbero at- tinto prevalentemente alle infor- mazioni disponibili nel social network per farsi delle opinioni sulla politica, l’economia e la so- cietà del proprio paese e del mondo intero. False notizie, che costano Non si tratta di riflessioni oziose tra addetti ai lavori, perché le con- seguenze sono reali e riguardano la vita, e spesso la morte, di mi- gliaia di persone. Sempre in India, nel novembre 2016, il governo di Navendra Modi ha deciso di met- tere al bando, da un giorno all’al- tro, l’86% della carta moneta in circolazione come misura radicale contro la corruzione. Poche ore prima dell’annuncio ufficiale, la notizia del bando circolò a velo- cità vertiginosa su WhatsApp, il servizio di instant messaging di proprietà di Facebook, usato da 180 milioni di indiani, e sullo stesso Facebook, scatenando un vero e proprio assalto a banche e altri istituti finanziari per cam- biare le banconote di piccolo ta- glio. Inoltre, secondo la voce che circolava sui social media, le nuove banconote da 500 e 2.000 rupie avrebbero contenuto un mi- crochip per tracciarne i movi- menti. La notizia era ovviamente falsa, ma aveva contribuito a se- minare il panico e a rendere più frenetica la corsa all’accumulo di banconote di grosso taglio prima del passaggio al nuovo formato. tendenza, in realtà, precede il lancio di Internet.org nel 2014 in Zambia. Due anni prima, nel 2012, nel corso di uno studio per l’organizzazione Research ICT Africa , il capo del team di ricerca, Richard Stork, aveva notato un dato bizzarro: il numero degli in- tervistati che dichiarava di usare Facebook era superiore a quello di chi affermava di usare internet. Un caso simile si era verificato, nello stesso anno, in Indonesia, dove Helani Galpaya, una ricerca- trice per il think tank LIRNEasia , aveva commentato così i risultati del suo studio: «Sembra che, per gli intervistati, internet non esista. C’è solo Facebook». Altre ricerche condotte in Africa e Asia del Sud confermarono questa tendenza: Facebook e internet sono ormai termini intercambiabili. Un fatto incoraggiante alla vigilia dello sbarco di Facebook Free Basics nella frontiera più ambita: l’India. Per Zuckerberg, intenzionato a far crescere la sua creatura nel più grande mercato mondiale ancora disponibile (in Cina Facebook è tuttora proibito) questo era tutt’altro che un problema: del re- sto, come ribadito dallo stesso fondatore del social network in in- terventi pubblici, articoli pubbli- cati su giornali locali e incontri a porte chiuse con autorità politi- che indiane, il punto fondamen- tale del progetto era consentire a centinaia di milioni di persone di restare in contatto e condividere ricordi, notizie e opinioni. Cento milioni sono già utenti di Face- • Social media | Politica | Controllo • MC A A sinistra in alto: il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari (centro), il vice presidente Yemi Osinbajo si fanno un selfie con Mark Zuckerberg (destra), durante la visita al palazzo presidenziale il 2 settembre 2016. Qui di fianco : giovani in formazione sulle tecnologie informatiche ad Haiti. # © Marco Bello
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