Missioni Consolata - Aprile 2017
nell’Indocina francese, dove funzionari vietnamiti venivano trasferiti negli uffici pubblici della Cam- bogia, anche nella colonia britannica migliaia di IN - DIANI CHETTYAR , in particolare bengalesi, furono distaccati nelle regioni birmane in parte per com- pensare la mancanza di contadini che coltivassero le risaie, in parte per aiutare i colonizzatori nella gestione dell’amministrazione politica ed econo- mica. In entrambe le regioni, queste decisioni avrebbero provocato negli anni a venire conse- guenze catastrofiche. Molti di loro divennero prestatori di denaro a con- tadini che, pressati dalle tasse e dal governo colo- niale, cercavano nuovi terreni da coltivare, attrezzi e concimi chimici per velocizzare le operazioni di aratura, disboscamento, semina e raccolta del riso. L’apertura del Canale di Suez, infatti, aveva accele- rato i commerci e diminuito drasticamente i prezzi dei trasporti provocando un’impennata della ri- chiesta di prodotti esotici in Europa e obbligando i paesi colonialisti ad aumentarne la produzione e l’importazione. La quantità di denaro prestata dai chettyar era accompagnata da interessi esorbitanti che, spesso, i contadini non riuscivano a pagare. In questo modo si creava un meccanismo a spirale alla fine del quale le famiglie si trovavano costrette a cedere gran parte della loro terra, se non tutta, agli usurai. I campi, che tradizionalmente apparte- nevano ai villaggi e venivano coltivati dalle famiglie in base al loro bisogno e alla loro possibilità, si tra- sformarono in merce di scambio e venne intro- dotto, per la prima volta, il concetto di proprietà privata terriera. L’avanzata giapponese nel Sud Est asiatico, avve- nuta tra il 1942 e il 1944, radicalizzò le tensioni già esistenti: i Rakhine, buddhisti come i B AMAR (il gruppo etnico più noto con il nome di Birmani e che ancora oggi rappresenta il 68% della popolazione del paese) di Aung San (padre di Aung San Suu Kyi, ndr ), si schierarono a fianco delle armate impe- riali nipponiche, mentre i musulmani, che sotto il dominio britannico avevano goduto di privilegi eco- nomici e territoriali, contraccambiarono il favore collaborando con gli alleati. Gli scontri furono in- tensi e spietati. Lo stesso Aung San, ministro della Guerra del governo fantoccio birmano instaurato da Tokyo, diede fulgido esempio di insensibilità quando, durante una battaglia contro i Karen - con l’intento di mostrare la sua idea di unità nazionale - uccise a sangue freddo un prigioniero di quella et- ROHINGYA APRILE2017 MC 39 D Etnie e religioni I 55 milioni di abitanti del Myanmar sono divisi in centinaia di gruppi etnici, ma la costituzione ne riconosce «soltanto» 135 in base alla lingua e all’etnia di appartenenza. I gruppi etnici principali sono otto: B amar , S han , K ayIn , r aKhIne , C hIn , m on , K aChIn e K ayah . I Bamar, più comunemente chiamati birmani, sono il 68% dell’intera popolazione. Proprio sulla etimologia del nome B IrmanIa (terra dei Bamar), utilizzato al posto di m yanmar dalla Lega nazio- nale per la democrazia e da nazioni come gli Stati Uniti e il Regno Unito per anni si è combattuta una lotta politica. Oggi anche Aung San Suu Kyi utilizza sempre più spesso l’endonimo Myanmar per identificare la nazione di cui è al governo. Il nome Myanmar, infatti, rappresenta lo spettro più ampio della popolazione nazionale, in quanto non specifica l’etnia maggioritaria. Anche dal punto di vista religioso, le nazioni etniche si distin- guono dai birmani, per la maggioranza BuddhIStI (89,8%). I CrIStIanI (6,3% della popolazione) sono concentrati soprattutto tra i Chin, i Kayah e i Ka- chin, mentre i muSulmanI , il 4,3% (se si compren- dono anche il milione di Rohingya, esclusi dal cen- simento), abitano nel Rakhine, al confine con il Bangladesh. Pi.Pes. Siti governativi: ● www.mofa.gov.mm ● www.president-office.gov.mm
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