Missioni Consolata - Aprile 2017

Sopra : profughi rohingya nello stato di Rakhine, Myanmar, tra- sportano a riva pacchi di aiuti internazionali. Pagina seguente : un campo profughi di Rohingya in Bangladesh, paese che da qualche anno ha smesso di accoglierli. UNATESSERASENZAMOSAICO D I l M YANMAR - o Birmania (Burma), secondo la vecchia denomi- nazione coloniale - è sempre stato un paese di forte attrazione turi- stica. Anche quando - dal 1962 al 2011 - era go- vernato da una dura giunta militare. I visita- tori trovavano un paese affascinante abitato da gente gentilissima e sorridente. Ma era una visione parziale perché i loro movimenti erano li- mitati a zone geografiche circoscritte, per lo più abitate dai B AMAR , il gruppo etnico predomi- nante e di religione buddhista. Rimanevano esclusi ampi territori, abitati da altre etnie, che in Myanmar sono centinaia. Non è un modo di dire che il paese sia un mosaico etnico. Un mosaico turbolento: sono ben 18 I GRUPPI ARMATI che ope- rano sul territorio, tutti con la propria bandiera, il proprio esercito, i propri leader, i propri obiet- tivi. Insomma, dietro quei sorrisi si celava un paese diviso e in guerra. A ltra immagine che è necessario sfatare è quella dei MONACI BUDDHISTI visti come personificazione dell’atarassia. Come sino- nimo di tranquillità, pace interiore ed esteriore, vita monasatica. Invece anche loro sono uomini con passioni e pulsioni. Le immagini dei monaci che manifestano in piazza CONTRO LA MINORANZA MUSULMANA DEI R OHINGYA e la comunità interna- zionale ne sono un’evidente testimonianza. Gli striscioni da loro mostrati parlano chiaramente: «No, Rohingya», «I profughi non sono del Myan- mar», «Nazioni Unite, basta inventare storie sui Rohingya», «Non distruggete la storia e l’imma- gine del Myanmar», «Basta incolpare il Myan- mar», «Gli amici dei Rohingya sono nostri ne- mici». Va ricordato che, nella nuova Costituzione del maggio 2008, il Myanmar riconosce al bud- dhismo una posizione speciale in quanto - si pre- cisa - essa è la fede professata dalla grande mag- gioranza dei cittadini (art. 361). Nell’articolo suc- cessivo si dice però che lo stato riconosce altresì il cristianesimo, l’islam, l’induismo e l’animismo. D a un paio d’anni si cerca di met- tere ordine al mosaico etnico del Myanmar. Il 15 ottobre del 2015 il governo, al tempo ancora guidato dall’ex generale Thein Sein, ha firmato un ac- cordo per il cessate il fuoco con 8 gruppi ar- mati, tra cui quello dei K AREN (Knu), l’organiz- zazione combattente più vecchia del paese. Dal 31 agosto al 3 settembre 2016, il nuovo go- verno di A UNG S AN S UU K YI ha organizzato, nella capitale Nay Pyi Taw, una grande conferenza di pace, convocando i rappresentanti di tutti i gruppi ribelli. Si è presentata anche la forte orga- nizzazione per l’indipendenza dei K ACHIN (Kio). Nulla di decisivo secondo il Myanmar Times , ma il segnale c’è stato. Tanto che, a fine febbraio 2017, è iniziato un secondo incontro (« Second Panglong Peace Summit »). I n questo quadro in divenire i Rohingya non trovano spazio. Sono più di un milione di per- sone, residenti per la quasi totalità nello stato di R AKHINE . La particolarità è che non sono rico- nosciuti dallo stato birmano: sono considerati im- migrati illegali bengalesi, anche se la maggior parte è in Myanmar da generazioni. Nel 2012, nel Rakhine, sono iniziati gli attacchi violenti e di- struttivi della popolazione locale ai villaggi abitati dai Rohingya, senza che le forze di polizia inter- venissero. Oggi migliaia di essi vivono in campi d’internamento privi dei requisiti minimi di vivi- bilità. Altre migliaia tentano di lasciare il Myan- mar - via mare o via terra, usando mezzi di for- tuna, quasi sempre gestiti dai TRAFFICANTI DI UO - MINI - per raggiungere soprattutto i paesi confi- nanti: Bangladesh, Malesia, Indonesia. Non- ostante si tratti di PAESI MUSULMANI , anche qui i Rohingya sono respinti (come fa il Bangladesh da fine 2013) o comunque accettati con difficoltà. Siamo davanti alla tragedia di un popolo senza patria. Una tessera che nessuno vuole nel proprio mosaico. PaoloMoiola I R ohIngya costituiscono l’argomento del secondo dei due dossier che abbiamo dedicato alle minoranze dimenticate ed oppresse. nel primo - uscito su MC di gennaio-febbraio 2017 - Simone Zoppellaro ci aveva parlato degli y aZIdI dell’Iraq. ( pa.mo . ) 36 MC APRILE 2017 D © Mathias Eick, Eu/Echo, 2013

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