Missioni Consolata - Aprile 2017

APRILE2017 MC 31 MC A segnale della rinascita del mondo islamico e del rialzarsi delle so- cietà civili nonostante i governi, e può essere letto come l’afferma- zione di una potenza costituente dell’islam. Le correnti che si ri- fanno alla “teologia islamica della liberazione”, e anche il femmini- smo musulmano, che è emerso negli ultimi decenni del secolo scorso, sono degli esempi. Nell’e- laborazione politica di un potere islamico entrano discorsi com- plessi, come la sovranità - di Dio e del popolo - i diritti umani e la tu- tela delle minoranze, la forma di governo dei musulmani, lo stato e le sue fonti di legge, la shari‘a . La questione della forma di go- verno, così attuale dopo il falli- mento delle primavere arabe e il fanta-califfato siriano, è divenuta centrale già nel 1924, dopo la ca- duta dell’ultimo califfato». Islam e democrazia Hukûmatu-l-lah , «il governo di Dio», e hakimiyya , «la sovra- nità di Dio», concetti chiave dell’islamismo politico, sono contrapposti alla visione occi- dentale della democrazia. Che risposte danno gli intellettuali musulmani? «Il nodo attorno cui hanno di- scusso e discutono ancora i teo- rici musulmani è la liceità per i credenti di dotarsi di un governo che abbia le caratteristiche del costituzionalismo occidentale. In particolare, può una concezione democratica, che richiede la so- vranità popolare, realizzarsi in paesi dove i popoli scelgono la so- vranità di Dio e quindi lo stato è confessionale, oppure indica nella costituzione il riferimento all’i- slam come religione di stato e alla shari‘a come fonte primaria della legge? Al momento non vi è ri- sposta a una domanda così com- plessa, e il mondo musulmano sembra lontano dal trovare una soluzione: il dibattito è aperto. Di- versi intellettuali musulmani con- temporanei hanno elaborato teo- rie sia di ispirazione islamista che liberale, cercando di affrontare la problematica che, soprattutto dopo le cosiddette primavere del 2011, si è concretizzata in difficili processi di transizione democra- tica e, ad eccezione della Tunisia, in tragici fallimenti. Gli studiosi riformisti musulmani oggi met- tono costantemente in rapporto l’islam e la democrazia, perché i progetti politici dei partiti islami- sti, che, seppur si siano inseriti con successo nella competizione elettorale, hanno dimostrato grandi difficoltà alla prova di go- verno, prevedono, sì, la confes- sionalità dello stato ma non igno- rano che vi sia una richiesta dalle società di maggiore partecipa- zione politica, tutela delle libertà, e delle minoranze. La democrazia non è una, ma ha preso nella sto- ria forme e percorsi differenti. Non vi è ragione di credere che ciò non possa accadere anche nel mondo musulmano, che po- trebbe aprirsi a nuove esperienze politiche, a meno che non si so- stenga la teoria dell’incompatibi- lità tra islam e democrazia. Una sfida per il mondo musulmano nel XXI secolo, in cui oggi si com- battono - nel Vicino Oriente - la maggior parte delle guerre in atto, è proprio l’autodetermina- zione nella forma di governo. Si tratta di elaborare una teologia islamica che tenga presente la realtà attuale, le esigenze dei no- stri tempi». Per un femminismo islamico Marisa, cosa fa la Onlus (lifeon- lus.net ) di cui è presidente? «L’associazione Life Onlus è un’associazione culturale e di vo- lontariato fondata nel 2000 a Ra- venna da un gruppo di donne mu- sulmane di varia nazionalità. Si occupa di tutela dei diritti, con particolare attenzione alle donne e ai bambini; mediazione intercul- turale, per la prevenzione dei conflitti e l’educazione alle diffe- renze, contro razzismo e discrimi- nazione, dialogo interreligioso, solidarietà, cultura. Io mi occupo principalmente di diritti umani e di questioni di ge- nere, e in particolare studio i fem- minismi musulmani. Ritengo che la questione dell’equità di genere sia fondamentale per l’islam del XXI secolo. Le donne possono dare un grande contributo attra- verso le loro battaglie di libera- zione, per svegliare la coscienza dei musulmani su molti temi e per vivere questi tempi in ma- niera autonoma affrancandosi dal colonialismo culturale, e non solo, da cui non si sono mai liberati davvero». Angela Lano (seconda puntata - continua) © sis / Rumiyh n 2

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